Tra i profili attualmente più ricercati nel mondo del lavoro, l’europrogettista assicura buone possibilità di impiego a chi ha un background giuridico-economico o anche una formazione in discipline sociologiche o umanistiche.

Ma cos’è l’europrogettazione?

Quando si parla di europrogettazione si intende l’attività di partecipazione ai bandi europei a gestione diretta dai servizi della Commissione (le varie direzioni generali competenti nei diversi settori delle politiche UE, es. la ricerca, la pesca, la cultura, ecc.) ma anche agli avvisi emessi dalle amministrazioni nazionali e regionali sui quali è prevista una compartecipazione al finanziamento da parte dell’Unione. Si tratta di bandi che offrono a operatori economici, enti locali, associazioni e ONG un contributo, spesso a fondo perduto ma a volte anche sotto forma di prestito, garanzia o anche partecipazione azionaria, per realizzare un investimento che sia in linea con determinati requisiti e per questo dia attuazione alle politiche di sviluppo perseguite dall’Unione. Fino a qualche decennio fa, queste opportunità erano sconosciute ai più. Ma oggi le difficoltà di accesso ai finanziamenti bancari, strutturali in Italia e ulteriormente aggrevatasi dopo la crisi del 2008, hanno spinto molti imprenditori e le stesse amministrazioni pubbliche, gravate dalle politiche di spending review, a puntare su questi fondi. D’altro canto gli standard richiesti per ottenere il finanziamento sono diventati sempre più elevati perché l’obiettivo dell’UE è quello di investire in progetti di qualità, innovativi, con un effettivo valore aggiunto e ricadute capitalizzabili a vantaggio delle comunità locali di riferimento. Per queste ragioni, per superare una concorrenza internazionale agguerrita e competente una piccola azienda, una cooperativa, una onlus o anche un comune italiano non possono permettersi di improvvisare. Presentare una candidatura redatta “internamente”, da personale che spesso non ha mai  visto un formulario europeo né tanto meno conosce le tecniche di project management significa avere pochissime chance che la richiesta sia approvata. Sempre più soggetti pubblici e privati decidono quindi di avvalersi di uno specialista dell’europrogettazione e poiché la selezione delle proposte è molto competitiva sono disposti a riconoscere una percentuale in caso di buon esito. I margini di guadagno sono interessanti anche perché, oltre a ricevere questa commissione, in genere l’esperto viene contrattualizzato per seguire la gestione amministrativa del progetto per la sua durata (da uno a tre anni).

Quali sono le competenze richieste per lavorare in questo campo? Occorre innanzitutto saper indirizzare rapidamente il cliente verso le opportunità di finanziamento più indicate per la sua idea; ciò significa

  • Conoscere quali sono le priorità dell’UE per le diverse politiche nel periodo 2014-2020
  • Sapere quali sono le fonti di informazione più utili per avere un monitoraggio in tempo reale delle diverse call for proposal

L’europrogettista deve poi trasformare l’idea del cliente (pubblico o privato che sia) in una proposta di candidatura vincente; ciò richiede di:

  • Avere una buona familiarità con i formulari di progetto utilizzati dalle diverse DG della Commissione e dalle amministrazioni che gestiscono i programmi regionali
  • Saper utilizzare le principali tecniche di progettazione (es. Project Cycle Management o Goal Oriented Project Planning)
  • Riuscire a fare rete con altri soggetti (esperti, aziende, PA che partecipano agli stessi bandi) perché molto spesso è richiesta l’attivazione di un partenariato, cioè l’UE finanzia investimenti realizzati da una compagine di soggetti anche in più Stati Membri.

Si tratta di skills molto precise e che richiedono un costante aggiornamento perché il quadro normativo e metodologico di riferimento cambia nel tempo. Un master qualificato è spesso una buona soluzione per chi intende avvicinarsi per la prima volta a questa professione ma anche per chi vuole strutturare e definire conoscenze già acquisite sul campo senza però un’adeguata base teorica. Anche per venire incontro alle esigenze di chi già lavora, esistono percorsi di alta formazione concentrati nel tempo (una settimana intensiva è più che sufficiente soprattutto se i docenti sono selezionati fra chi lavora nel settore e può offrire rapidamente e con un punto di vista “interno” le informazioni rilevanti). Sarà inoltre molto importante che il corso prescelto preveda moduli di esercitazione pratica, ad es una fase laboratoriale in aula da completare eventualmente a distanza, in cui i partecipanti riescano a testare le competenze acquisite simulando la stesura di una o più proposte progettuali utilizzando i “veri” formulari di domanda utilizzati nell’ambito dei vari programmi (Horizon, Creative europe, Life, ecc.). Un esempio di formazione intelligente è rappresentata dai master di Europacube Innovation impostati su una formula intensiva-executive di 5 giorni consecutivi più un Project Work finale. I corsi di Europacube Innovation si svolgono in differenti sedi in tutta Italia e per chi volesse iniziare già a respirare l’aria dell istituzioni europee, la scuola prevede anche un’edizione speciale del master che si tiene a Bruxelles.

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