IL SUPPORTO AI FAMILIARI DEL PAZIENTE CON DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

I disturbi del comportamento alimentare costituiscono l'insieme di tutte le sindromi psichiatriche che si manifestano attraverso una condotta alimentare disturbata. Il DSM-5 definisce tali forme di disagio psichico sotto la dicitura diagnostica: "Disturbi dell'Alimentazione". In particolare vengono descritte 8 sottodiagnosi: Pica, Disturbi da Ruminazione, Disturbi da Evitamento/Restrizione dell'alimentazione, Anoressia Nervosa,
Bulimia Nervosa, Disturbo da Alimentazione Incontrollata, Disturbo della Nutrizione o dell'Alimentazione senza specificazione.. In Italia circa il 5% della popolazione soffre di queste patologie: il 95% è costituito da donne, anche se sempre più numerosi sono gli uomini che ne manifestano sintomi. Al centro di queste patologie si trovano preoccupazioni di natura ossessiva, spesso accompagnate da rituali riguardanti il cibo, il corpo e il peso. Il Disturbo Alimentare è una patologia che irrompe all'interno della famiglia modificandone la routine, creando un grande stravolgimento delle abitudini e degli schemi relazionali e causando un aumento della tensione interpersonale e dell'aggressività. Indipendentemente dalle molteplici cause del disturbo, la famiglia, insieme al paziente, è la vittima principale della malattia e delle sue conseguenze, ma costituisce al tempo stesso una risorsa indispensabile in qualsiasi programma terapeutico. L’intervento sui familiari di pazienti che soffrono di Disturbo del Comportamento Alimentare è dunque di fondamentale importanza poiché se da un lato essi stessi hanno bisogno di sostegno e di aiuto, dall’altro, se adeguatamente informati, sostenuti e coinvolti possono costituire validi alleati per i terapeuti e svolgere un’importante azione coterapeutica che permette di arginare la patologia, impedirne l’aggravamento e stabilizzare i cambiamenti positivi. Per questo motivo il lavoro con i genitori è importante al pari di quello svolto con i pazienti stessi.