Tango Argentino

IL TANGO

Come ha detto nobilmente Borges, è “un pensiero triste che si balla”.

Dalla Buenos Aires dei bordelli e dell’immigrazione, in cui nacque alla fine dell’800, è arrivato fino a noi con la sua sensualità malinconica e un po’ torbida, i suoi passi fieri e languidi, le sue movenze ipnotiche, fatali come un duello d’amore e di coltelli.

Da allora questa musica “del demonio” ne ha fatti di passi, fino a diventare quasi un innocuo ballo per famiglie.

Oggi lo si riscopre come un’autentica affermazione del corpo, anzi dei corpi, nel loro intreccio e nella loro intesa, nella comunicazione silenziosa che passa fra un uomo e una donna, mentre mimano un rituale di seduzione e attraversano una musica avvolgente che chiede ai suoi interpreti di essere capita, sorprendendoli ad ogni passo.

Il Tango, quindi, come possibilità di rappresentarsi e di rappresentare la musica, il corpo, lo spazio, l’anima… Il tango come teatro, il tango come espressione totale, in cui è possibile sentirsi e diventare protagonisti di un pensiero musicale ed erotico.