Archeologia e storia dell'arte greca e romana - Arte greca a Roma: da spolia opima a nobilia opera

Programma

Il corso si propone di indagare il riuso di opere d’arte greche antiche in epoca romana, una pratica ampiamente documentata sia dalle fonti letterarie, sia dalle testimonianze archeologiche, la cui interpretazione è ancora oggetto di acceso dibattito tra gli storici dell’arte antica. Agli studi che hanno proposto di leggere il fenomeno come un esempio di collezionismo d’arte (Bounia 2004; Rutledge 2012) si contrappongono le osservazioni di chi rifiuta nettamente l’incidenza di motivazioni di tipo estetico nella risemantizzazione delle opere greche in contesto romano (Hölscher 2006; Bravi 2012). Il corso intende superare tale dicotomia adottando una prospettiva nuova, che valorizzi l’interazione tra oggetti reimpiegati e contesti di reimpiego, esplorando sia i nuovi usi e significati acquisiti dalle opere ricontestualizzate, sia l’apporto specifico che le qualità peculiari delle opere reimpiegate erano in grado di fornire agli spazi romani. Al fine di ottenere una maggiore comprensione del fenomeno indagato, ci si propone di valorizzare in particolare il contributo delle fonti archeologiche ed epigrafiche, significativamente trascurate nella storia degli studi a favore delle fonti letterarie, anche a causa dell’assenza di un corpusche raccolga in maniera sistematica l’evidenza disponibile (Cirucci 2010; Adornato et al. 2018).

Tale prospettiva consente, inoltre, di approfondire alcuni aspetti fondamentali dell’appropriazione di opere d’arte greche da parte dei romani che restano ancora sostanzialmente inesplorati, dal momento che l’interesse degli studiosi si è convenzionalmente concentrato soprattutto sui capolavori dell’arte greca del passato (nobilia opera) menzionati dagli autori antichi. Il modello di recezione individuato dagli studiosi sulla base delle fonti letterarie non appare, infatti, applicabile meccanicamente ad altre categorie di prodotti artistici, quali i numerosi marmi greci di VI-IV secolo a.C. rinvenuti reimpiegati in contesti romani, opere anonime e non sempre di alta qualità.

Al fine di indagare le specifiche problematiche sollevate dal materiale superando i limiti dell’attuale stato dell’arte, il corso si propone di adottare un approccio interdisciplinare, affiancando ai metodi della ricerca archeologica e storico artistica le risorse delle indagini scientifiche e tecniche. Una prima direttrice sarà finalizzata a raggiungere una conoscenza più completa e approfondita delle opere greche reimpiegate e dei loro originari contesti di provenienza; una seconda, a esplorare compiutamente la loro fortuna a partire dall’epoca romana e fino ai nostri giorni.

Sono previste visite didattiche presso musei e siti archeologici in Italia e all'estero, ed esercitazioni sui materiali ceramici pressoil Laboratorio SAET.