Corso di Tai Chi e Qi Gong a San Lorenzo - Citta' Universitaria

Corso

A Roma

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Descrizione

  • Tipologia

    Corso

  • Luogo

    Roma

  • Ore di lezione

    32h

Obiettivo del corso: Alla pratica del Tai chi e del Qi gong. Rivolto a: tutti.

Sedi e date

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Roma
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VIA DEI RETI 29-b-c, 00185

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Programma

PROGRAMMA DEL CORSO DI TAI CHI CHUAN E QI GONG

1^ fase - Lavoro sui PRINCIPI fondamentali (NeI Gong – Lavoro interno):

a) POWER STRETCHING per i tendini ed i legamenti, per lo sviluppo della forza elastica

Gli esercizi di Power Stretching lavorano sulla forza della struttura. Il P.S. è un modo di eseguire gli esercizi piuttosto che una specifica serie di esercizi. I suoi principi base sono i seguenti:

• interno forte, esterno morbido

• muscoli profondi forti, muscoli superficiali rilassati

• Yang dentro, Yin fuori

• espansione del muscolo nelle 6 direzioni

• lavora per forze contrapposte

Nel P.S. è “l’interno” che muove “l’esterno”, mentre nello stretching classico è solo l’esterno che lavora. Il muscolo superficiale lavora sulla velocità, mentre quello profondo sulla potenza; il P.S. armonizza muscoli superficiali e profondi, e coniuga dunque velocità e potenza, elasticità e potenza.

Le tecniche di P.S. non sono altro che le antiche tecniche di Qi Gong marziale e di condizionamento; nel P.S. ogni movimento è finalizzato alle arti marziali.

La sequenza di esecuzione degli esercizi di P.S. segue sempre il principio della tripartizione di ogni aspetto della realtà: corpo - mente - spirito. Il corpo può essere diviso in 3 parti tronco - gambe - braccia, che a loro volta possono essere ulteriormente sezionati in piedi - gambe - anca, oppure mano - avambraccio - braccio; a livello strutturale la tripartizione consiste in ossa - muscoli - tendini e legamenti; ecc..

A livello muscolare, abbiamo una divisione fra muscolatura profonda (stabilizzata) e superficiale (di movimento); una è Yin e l’altra è Yang. E’ molto importante capire le funzioni e le azioni di ciascuna per poterle far lavorare assieme in armonia. Di solito si tende a far lavorare di più il muscolo superficiale perché è più “visibile” e più facile da controllare. Il P.S. invece distende la muscolatura superficiale potenziando quella profonda; esso richiede uno stiramento attivo, “consapevole” del muscolo. Lo stretching tradizionale è passivo e unidirezionale mentre il P.S. è attivo e multidirezionale.

L’obiettivo di questo tipo di esercizi è quello di rendere il corpo forte ed elastico, di massimizzare la forza di ogni singola parte strutturale (collo, vita, schiena, anche, asse centrale, ecc.), e sbloccare le articolazioni.

Relazione del Prof. Di Stefano della Facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Bologna.

Il Nei Gong (lavoro interno) è uno dei pilastri fondamentali della pratica dell' arti marziali. Questo tipo di lavoro sulla struttura interna e profonda del corpo comincia con lo sviluppo della forza elastica esplosiva per mezzo degli esercizi chiamati, con un termine moderno, POWER STRETCHING. Questa pratica, che significa mobilizzazione in movimento, prende origini dal QI GONG cinese, ma gli effetti maggiormente significativi si hanno con il lavoro di Bodhidharma (Da Mo in cinese) (Yi Jin Jing: Trattato di ammorbidimento dei muscoli e stiramento dei tendini). A differenza dello Stretching tradizionale, il POWER STRETCHING (P.S.) le cui finalità sono: Marzialità e Longevità, esalta l’energia interna nel sistema di realizzazione corporea e, superando i paradossi della teoria quantistica del movimento dello Stretching Tradizionale, ci proietta nel profondo fascino della filosofia CORPO-MENTE delle Arti Marziali.

Le differenze fra i due tipi di stretching sono diverse, vediamone alcune:

- Lo stretching tradizionale basato sui principi quantistici tende ad allungare ma non a perfezionare.

- Il Power Stretching fa entrambe le cose; allunga, non solo il singolo muscolo, ma anche gli altri che tendono ad accorciarsi come se ci fosse una resistenza interna da vincere. Ad esempio: il muscolo quadricipite femorale maggiormente utilizzato da un calciatore, per migliorare le sue capacità contrattili estensorie, secondo la metodica dello stretching tradizionale, viene sottoposto ad esercizi e carichi di lavoro specifici, tutto è finalizzato al gesto e termina con questo; il P.S va oltre a questi limiti, il muscolo continua ad allungarsi.

Scientificamente il P.S ha compiti assai diversi da quelli tradizionali basato su principi quantistici, ci permette di muoverci meglio nello spazio; il nostro corpo carico di forze di tipo elettromagnetiche attrattive e repulsive agisce in tutt'uno con la mente. E ancora: a) con lo stretching tradizionale, i movimenti sono lineari, unilaterali, limitati e insufficienti perché si lavora con angoli aperti; gli effetti dell’esercizio passivo e monotematico si hanno dopo dieci giorni, l’incremento della potenzialità è del 50% e non si mantiene nel tempo; b) con P.S i movimenti sono contemporaneamente angolari e lineari ed antigravitari, stesso dicasi per la velocità e il vettore di velocità, lo stato di forma si raggiunge in tempi più brevi, cinque giorni, si mantiene soprattutto nel tempo, l’incremento delle potenze è del 100%, è particolarmente dinamico, attivo, plurimodale e pluridifferenziali; in partenza segue due direzioni ed arriva successivamente a sei. Le contrazioni muscolari sono eccentriche con incremento del lavoro muscolare, non si lavora sul muscolo ma è questo che lavora; la forza si sviluppa in espansione centrale e si propaga nelle altre sei direzioni.

L’atleta inoltre diventa più potente ed esplosivo, riesce a sviluppare tutte le qualità contrattili e senso-cinestetiche che, sommate alle vibrazioni muscolari e alle variazioni toniche si trasformano in unica forza. Aumenta la sua forza di spinta dovuta alla maggiore stabilità del tronco, al corretto appoggio al suolo e all’equilibrata distribuzione delle forze; garantisce un minor dispendio d'energie e un miglior successo.

Altri aspetti dei due tipi di stretching sono:

- Power Stretching: lavora per forze contrapposte in trazione e in direzione Terra-Cielo, il gesto è finalizzato, il muscolo lavora in allungamento profondo (propriocettività), s'inibiscono le contrazioni massimali e si sollecita (eccita) l’allungamento che è globale; i tempi di tensione sono ridotti, la respirazione è fisiologica. Il lavoro è di tre tipi: 1) statico, durante il quale si va alla ricerca della figura, dell’equilibramento e mantenimento armonico degli schemi mente-corpo; 2) dinamico, il movimento è globale, intelligente e sempre attivo; 3) a spirale, si verifica con un’azione di risucchio della potenza massimale e della forza esplosiva naturale, supera la resistenza esterna e la guida.

- Stretching tradizionale: il lavoro, anche se statico e dinamico, è unidirezionale, la finalizzazione è incompleta, l’allungamento è segmentario, i tempi d'estensione lunghi, la respirazione è forzata, c’è longevità ma la marzialità è scarsa.

Il power stretching applicato alle arti marziali aumenta le percentuali d'utilizzo d'energia interna, innalza il livello psicofisico, migliora l’efficienza fisica e funzionale, aiuta a rimetterci in forma. L’intero organismo corpo-mente, soprattutto la muscolatura, si arricchisce d’energia, contemporaneamente si affinano le capacità senso-percettive e neuromotorie, compresi l’equilibrio, la postura, la coordinazione.

Inoltre aumenta lo stato di veglia, il tempismo percettivo-esecutivo, si sviluppano meglio le qualità psico-intellettive, attiva le cinque posizioni celebrali; s'incrementano: forza, potenza, resistenza ed elasticità.

Gli schemi mentali di movimento si programmano e riprogrammano con costante alternanza, aumenta l’armonia, la fluidità e la morbidezza di movimento; inoltre si raggiunge un giusto posizionamento, orientamento, proiezione e penetrazione del corpo nello spazio e nel tempo.

Anche il corretto posizionamento degli appoggi a terra viene migliorato per questo le spinte a partenza delle radici profonde sono convogliate e dirette verso la gravità/bersaglio.

Power Stretching significa espansione nello spazio/vuoto dell’energia esplosiva che abbiamo dentro.

Possiamo paragonare questo fenomeno alle onde che spinte dal vento, sovrapponendosi l’una all’altra, acquistano sempre più forza, velocità e, pur con la loro morbidezza e fluidità, con il loro impeto investono e distruggono ogni ostacolo.

Il continuo riprodursi d’energia, con il suo costante flusso, tramite una molteplicità di configurazioni/modelli perfettamente integrate fra di loro ci fanno prendere coscienza del nostro “Io” corporeo, affina la capacità senso-percettive e favorisce l’acquisizione di una perfetta intelligenza muscolare.

Il power stretching con la sua scientificità d'arte e scienza è una forma d'allenamento naturale che: a) ci rende più forti, veloci, flessibili, permette lo sviluppo e l’incremento dei processi di tutte le potenzialità energetiche-cerebrali, mentali e corporee; b) allena tutte le strutture nervose, muscolari e funzionali in maniera globale ed intelligente; c) aiuta ad automatizzare, perfezionare e padroneggiare la forza esplosiva integrata nelle tecniche della gestualità sportiva in generale e in modo specifico delle arti marziali, d) interessa i tre livelli neurologici funzionali: spinale, tronco encefalico, corticale.

Il lavoro isometrico e isotonico di tipo propriocettivo a partenza cerebrale coinvolge l’intero sistema neuromotorio capso-legamentoso, articolare-scheletrico e muscolare; i ritmi di lavoro sono intensi e allo stesso tempo lenti e fluidi, i muscoli lavorano alla loro massima lunghezza.

La muscolatura maggiormente sottoposta a sollecitazione è la profonda che guadagna in resistenza, potenza, flessibilità, stabilità, mentre i muscoli superficiali acquistano maggior forza elastica e grande velocità. Inoltre si favorisce una maggiore irrorazione energetica muscolo-scheletrica; la muscolatura agonista e antagonista lavora per forze contrapposte accrescendo i massimali di forza esplosiva veloce e resistente, allo stesso tempo il sistema neuromotorio e corporeo acquista maggiore sensibilità alle continue modificazioni dei recettori centrali e periferici, migliorando le capacità adattive d'adattamento, di vigilanza e controllo.

Il lavoro per forze contrapposte attiva i meccanismi bioenergetici-funzionali della muscolatura antagonista che, interconnessa con la muscolatura agonista, utilizza l’intero loro potenziale, coinvolge il maggior numero di fibre, compresi tendini e legamenti, massimizzando la forza elastica, la resistenza e guadagnando in rapidità.

I segnali di stimolo cerebrali funzionando come feedback, sono percepiti ed arricchiti da sempre nuove percezioni in uscita e in entrata sicché il corpo, in funzione dello spazio e viceversa, è mentalmente meglio percepito e rappresentato perché si amplificano le mappe cerebrali del movimento, strutturando un’immagine corporeo-motoria o immagine di movimento sempre più perfetta e completa. In ogni situazione si può così percepire qualsiasi variazione interna-esterna e anticipare, fronteggiare e rispondere contro il bersaglio tempestivamente, in tempi infinitesimali brevi, con tutta l’energia-forza che c’è dentro.

L’alternanza degli automatismi di tensione elastica: stiramento-contrazione-riposo, anche se non interessa i tendini, riduce i rischi di traumi perché le fibre muscolari sono messe in condizioni di continuare a lavorare in forma naturale. Il coinvolgimento di numerose interconnessioni sinaptiche, attraverso le afferenzazioni, permette di evocare e fare affluire in un’unica direzione i numerosi potenziali bio-elettrici funzionali propriocettivi a partenza sensoriale periferica, migliorando la stabilità e la dinamicità corporea ed aumentando il livello di reattività percettivo-motoria.

Lo stiramento attivo al di là dell’incremento, come abbiamo più volte detto, della potenza, della forza elastica e della forza resistente, aumenta le capacità contrattili dei muscoli che insieme alla respirazione permette di fare esplodere in maniera travolgente tutta l’energia accumulata.

Altro importante aspetto del P.S. è il fatto che allena anche il sistema nervoso neurovegetativo e aiuta a mantenere in perfetta armonia ed equilibrio l’energia mentale e l’energia metabolica.

Campi di applicazione del Power Stretching

Il power stretching anche se è consigliabile iniziarlo dopo il sedicesimo anno d’età, secondo le mie esperienze può essere e praticato, con i dovuti accorgimenti metodologici, fin dall’età scolare. Per i suoi effetti può essere applicato in campo sportivo, terapeutico-riabilitativo e in tutti i settori della motricità e del benessere psicofisico e della salute in generale.

Ho iniziato ad applicare a livello sperimentale la metodica allenante con il power stretching con alcuni studenti ISEF e della facoltà di Scienze Motorie. Successivamente l’ ho applicata prima su quattordici studenti di età compresa fra i 15 e i 17 anni praticanti sport individuali e sport di squadra, poi su quindici ragazzi di età 10-12 anni, infine su dodici persone della terza età e quindici disabili con varie tipologie di handicap: fisici-motori, psichici, e su alcuni disabili con problemi relazionali.

Tutti hanno ottenuto delle performance superiori alle aspettative, in particolare modo i disabili fisici, gli psichici e gli anziani.

Tutto il lavoro di power stretching, progettato sui principi delle arti marziali adattate, ha funzionato come meccanismo di compensazione, favorendo le sinergie muscolari, equilibrando e attenuando le tensioni, stabilizzando tutto il sistema neuro-motorio, migliorando le prestazioni.

Nei disabili e nella terza età ha contribuito a consolidare le abilità percettive e di orientamento, migliorando il controllo e l’autonomia funzionale. I risultati raggiunti dai partecipanti sono stati eccellenti, hanno superato ogni aspettativa, e questo ci autorizza a sottolineare che i valori terapeutici e di recupero del power stretching sono significativi e reali. Il power stretching agisce a tutti i livelli dell’universo uomo, non ha e non pone limiti, migliora le qualità della vita, riduce i disagi, favorisce lo sviluppo dei processi mentali, aumenta le prestazioni e il rendimento (sportivo, scolastico, lavorativo), fa invecchiare meglio, aiuta a ripristinare alcune abilità, allontana le ansie, rafforza l’autostima, facilita i rapporti sociali, ed assicura il successo.

Carmelo Di Stefano

Docente di Teoria Tecnica e Didattica dell’Attività

Motoria e Sportiva Adattata presso la Facoltà di Scienze Motorie

Università di Bologna

b) ZHAN SSU JIN – per lo sviluppo della forza a spirale,

La prima forza che il praticante dovrà tentare di gestire è la forza (Jin) che “si arrotola come un filo di seta” (Zhansi), espressione tipica usata dai Maestri della famiglia Chen.

Il termine Zhan ssu jin descrive un movimento morbido, circolare, a spirale e lento. I movimenti nel Zhan ssu jin devono essere continui ed uniformi, senza interruzioni, descrivendo una traiettoria circolare.

Questa forza, che nasce dai movimenti a spirale del corpo, e particolarmente delle anche, e che si manifesta in movimenti di rotazione e rivoluzione delle mani, non si sviluppa in una sola direzione, ma è tridimensionale, analoga a quella di un serpente. Con la forza a spirale, l’azione si manifesta sempre in tre direzioni contemporaneamente: di lato, in alto e in avanti, o di lato in basso e in avanti).

L’obiettivo di questo tipo di esercizi è quello di connettere dinamicamente le varie parti del corpo, in modo che esso si possa muovere come una sola unità senza sforzo, con grazia e armonia. c) Studio del FA JIN per lo sviluppo della forza esplosiva (solo per il corso CHEN)

Per lo sviluppo della forza esplosiva, gli strumenti principali sono gli esercizi sugli 8 Jing (8 cancelli, 8 direzioni, ...) e le 6 direzioni.

Se il Zhan ssu jin fa circolare la forza nel corpo, il Fa jin la fa scaturire o esplodere (Fa). Essa non è soltanto rapida e “secca”, ma anche potente e violenta, come la forza del tuono. Il Fa jin non è la forza grezza!.

“Dall’estrema morbidezza nasce l’estrema durezza. La durezza è nella morbidezza; se si cerca assiduamente la morbidezza la durezza scaturirà.”

Prendendo spunto dalle figure geometriche, i movimenti rapidi e “secchi” sono paragonabili al Quadrato, mentre quelli lenti e circolari al Cerchio. Pertanto, il Zhan ssu jin è una forza circolare (Cerchio) utilizzata per spingere, mentre il Fa jin è una forza rettilinea (Quadrato) utilizzata per percuotere. Non esiste separazione fra questi due movimenti, ma continuità e complementarità.

Viene quindi studiata la variazione improvvisa di velocità; a tale scopo i movimenti (ad esempio gli 8 cancelli, oppure tratti dalle forme) vengono divisi in movimenti separati e piccole combinazioni. Si provano i movimenti ricercando prima, la massima precisione, poi si aumenta gradualmente la velocità fino a riuscire ad imprimere al movimento “la massima accelerazione” in modo da ottenere una tecnica piena di potenza esplosiva.

L’obiettivo è quello di permettere al corpo di emettere all’esterno la forza senza irrigidirsi e/o danneggiarsi.

Questa divisione è solo virtuale, non reale, perché in pratica si tratta di sviluppare un solo tipo di forza: la forza interna (Nei Jin) che deve essere elastica, potente, a spirale ed esplosiva.

In ogni lezione viene evidenziata una particolare “qualità” da approfondire e lavorare.

Per ognuno di questi tre aspetti sono disponibili materiali video e cartaceo, prodotti dal M° Daniele.

2^ fase - STUDIO DELLE FORME

Per lo stile CHEN

Lavoro sull’approfondimento delle forme moderne di 19 movimenti. In questa fase si applicheranno nell’esecuzione della forma, i principi studiati nella prima fase.

Per lo stile YANG

L’insegnamento comprende le forme semplificate di 8 e 24 figure. In questa fase si applicheranno nell’esecuzione della forma, i principi studiati nella prima fase.

3^ fase – TEORIA: in questa fase verranno trattati prevalentemente i seguenti punti:

a) ASPETTI FILOSOFICI E CULTURALI DEL TAIJI

Il lavoro intellettuale è una fase importante come momento di studio, di verifica e riflessione, sia per se stessi sia per riuscire a trasmettere all’esterno le proprie conoscenze in modo chiaro e consapevole. Per lavoro intellettuale non si intende soltanto lo “studio” di princìpi, dei “Classici” o della teoria del movimento, ma anche lo sviluppo dello spirito di osservazione sia all’esterno che all’interno di se stessi.

Ciò richiede la capacità di togliersi di dosso il maggior numero di condizionamenti nei comportamenti e nei pensieri per potersi avvicinare all’essenza delle cose con il candore e la semplicità di un bambino, ed avviare così il corretto processo di comprensione di qualunque realtà.

Questo lavoro risulterebbe sterile ed inutile se non venisse completato contemporaneamente da una sua assimilazione “fisica” nel corpo; il lavoro intellettuale deve quindi diventare vissuto interiore attraverso la pratica. In questo modo il Taiji Quan diventa prima scienza e poi arte: il reale apprendimento avviene nel corpo. Da qui inizia dunque il lavoro sul fisico, come traduzione in concreto di quanto compreso nell’attività intellettuale.

Pertanto, conoscendo la struttura ed il funzionamento dei meccanismi cinematici del proprio corpo, si può cominciare ad impostare il lavoro su di esso.

Trattando una disciplina che ha origini lontane sia nel tempo che nello spazio, è importante capire, nel senso descritto sopra, i princìpi e le basi della cultura e della lingua cinese per riuscire a cogliere il reale significato dei concetti in essa espressi.

Si usano spesso termini cinesi per descrivere movimenti, princìpi o azioni, ma spesso se ne travisa il vero significato in quanto se ne recepisce soltanto una sua interpretazione.

Pertanto, verrà svolto uno studio attento e rigoroso dei termini cinesi maggiormente usati nel Taiji Quan.

b) NOZIONI DI MEDICINA TRADIZIONALE CINESE E DI ANATOMIA

Per poter comprendere appieno la saggezza e le conoscenze contenute nei Classici del Taiji Quan è fondamentale capire il funzionamento del corpo umano sotto ogni suo aspetto: fisico, energetico e mentale.

Per la dimensione fisica verranno tra l’altro esaminati la struttura del corpo umano nelle sue componenti funzionali, le catene muscolari e la connessione strutturale, le linee di forza, le funzioni meccaniche del corpo umano, i muscoli profondi e superficiali.

Per la dimensione energetica si studieranno le modalità di attivazione dell’”alchimia interiore” nel lavoro di trasformazione delle energie primordiali in energia vitale, e da questa in forza interna e successivamente in forza spirituale.

Per la dimensione mentale, oltre allo studio delle qualità della mente verrà affrontato lo sviluppo delle “Tre Armonie Interne”.

d) QI GONG

Ovvero allenare e lavorare (GONG) con l’energia (QI).

E’ importante ricordare che una corretta pratica di Qi Gong è basata su tre presupposti fondamentali: il controllo del corpo, il controllo del respiro, il controllo della mente.

Ci sono 3 modalità di esecuzione del Qigong a seconda degli obiettivi prefissati: produzione, accumulo e/o distribuzione di energia.

Pertanto, verranno svolti esercizi specifici per ognuna di queste modalità di esecuzione chiamati Qi gong delle sette stelle che è l’unione di 3 esercizi : 1. raccogliere energia dal cielo e dalla terra che serve per armonizzare le due energie e “pulire” i canali di trasmissione; (produzione) 2. campana dorata (o camicia di ferro), ovvero tutti i movimenti della palla di Qi a tutti i livelli del dantien basso-medio-alto; (accumulo) 3. congiunzione armonica dei 4 punti energetici delle mani e dei piedi con i 3 dantien (le sette stelle) armonizzare i due punti al centro dei palmi delle mani (laogong), al centro dei piedi (yongquan) ed i tre dantien e consiste nella posizione dell’albero (zhang zuang) ai tre livelli del dantien.

Inoltre fanno parte del programma:

Otto Pezzi Di Broccato (Ba Duan Jin)

Qi Gong Terapeutico dei Cinque Animali

Qi Gong Terapeutico Dei Sei Suoni

Qi Gong Terapeutico del M° Michael Tse

Qi gong Terapeutico del M° Wang

Qi Gong Terapeutico Taoista

Qi Gong Terapeutico degli Esercizi per la Salute

Qi Gong del Bozzolo Di Seta

Qi Gong dell’Albero (Zhan Zhuang)

Yi Chuan Terapeutico

e) TECNICHE PER LO SVILUPPO DEL POTERE DELLA MENTE (YI) PER GUIDARE L'ENERGIA

Attraverso un percorso di conoscenza dei meccanismi e delle funzionalità della Mente, verranno eseguiti alcuni semplici, ma efficaci esercizi di preparazione al fine di poter avviare correttamente il processo di controllo della nostra mente.

Saranno dunque praticate tecniche di meditazione per aumentare la propria capacità di concentrazione, e verranno evidenziati quali sono i requisiti fondamentali per poter applicare qualunque tecnica di meditazione in modo efficace.

In questa fase saranno anche utilizzate tecniche di visualizzazione creativa, una forma di meditazione attiva, un procedimento naturale che ci consente di accedere alla nostra fonte interiore di pace e di forza.

Ulteriori informazioni

Stage: con i maestri della scuola
Alunni per classe: 20

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