IL CARICO IMMEDIATO IN IMPLANTOLOGIA ORALE: presupposti biologici e realizzazione clinica

Nel 1977 Branemark e collaboratori pubblicarono il primo studio di follow-up a lungo termine sugli impianti dentali, fornendo le basi scientifiche della terapia implantare odierna. In questo e in tutti gli studi successivi, si sottolineò l’importanza di un periodo di quiescenza delle viti implantari di 3-6 mesi.

Nel corso degli anni, l’alta predicibilità di questa terapia, ha portato ad una rivalutazione del protocollo originario per l’inserimento delle fixtures. Schroeder e collaboratori furono i primi a dimostrare la possibilità di ottenere osteointegrazione con impianti monofasici. La sfida successiva fù di abbreviare i tempi di guarigione adottando il carico funzionale precoce. Da una parte il carico prematuro di un impianto, a causa del micromovimento, porta alla formazione interfacciale di tessuto fibroso anziché di osso; dall’altra Henry nel 1994 sosteneva che il carico immediato controllato non sembra compromettere il processo di osteointegrazione. I recenti dati clinici documentati in differenti centri di ricerca hanno confermato che l’implantologia a carico immediato, usando tecniche chirurgiche e protesiche adeguate, può essere una metodica predicibile per effettuare una riabilitazione orale in tempi brevi con soddisfazione dei pazienti.