Laboratorio di Formazione Psicologica (rivolto a Laureati o Laureandi in Psicologia)

Corso

A Palermo

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Descrizione

  • Tipologia

    Laboratorio

  • Luogo

    Palermo

  • Ore di lezione

    15h

  • Durata

    10 Giorni

  • Inizio

    Scegli data

La preparazione esperienziale dello psicologo non può prescindere dall’effettuare un percorso di lavoro su sé stessi, per avvicinarsi gradualmente alla conoscenza del proprio mondo interiore, e gradualmente a quello dell’ “altro”. Il modello di Laboratorio proposto consentirà ai protagonisti di imparare facendo, e successivamente riflettendo su ciò che si è fatto e sulle proprie reazioni.

Sedi e date

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Palermo
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CORSO PISANI, 324

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Profilo del corso

Laurea in Psicologia (nuovo e vecchio ordinamento). Sono ammessi anche i laureandi.

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Opinioni

Materie

  • Competenze psicologiche di base dello Psicologo
  • Gestione dinamiche di gruppo

Programma

Quante volte, nell’ambito dei nostri master o nelle consulenze di orientamento, abbiamo ascoltato giovani laureati affermare “quanta teoria si studia all’università, e quanta scarsa attenzione viene data all’esperienza diretta e pratica legata agli insegnamenti appresi!”, oppure, “ho frequentato il corso di specializzazione sperando di fare molto pratica ed invece niente! Conseguita la specializzazione mi sono trovato davanti al paziente chiedendomi: ed ora che faccio?”. Questi sono alcuni degli esempi che esprimono il disagio dei giovani laureati in psicologia che giungono alla conclusione della propria formazione il più delle volte con un senso di inefficacia professionale che ne ostacola l’inserimento nel mercato del lavoro. Gli studenti giungono al conseguimento del titolo accademico, e successivamente all’abilitazione, spesso senza aver sperimentato in prima persona concetti quali “l’elaborazione” di un vissuto, “il contenimento” di un’emozione altrui, “l’empatia”, “il riconoscimento” delle proprie emozioni suscitate dall’ascolto dell’altro ed il modo in cui esse influiscono nella relazione d’aiuto. Ma in cosa può consistere l’esperienza “pratica” che prepara lo psicologo all’esercizio della professione? Per rispondere a questa domanda è sufficiente guardare alla “materia prima” con cui lavora lo psicologo: le emozioni ed i vissuti delle persone. Le emozioni dei clienti e le proprie. Il loro racconto, e le sue interpretazioni. La preparazione esperienziale dello psicologo non può prescindere dall’effettuare un percorso di lavoro su sé stessi, per avvicinarsi gradualmente alla conoscenza del proprio mondo interiore, e gradualmente a quello dell’ “altro”. Il modello di Laboratorio proposto consentirà ai protagonisti di imparare facendo, e successivamente riflettendo su ciò che si è fatto e sulle proprie reazioni. L’ASVOP con il “Laboratorio di Formazione Psicologica” vuole offrire una risposta concreta a questo fabbisogno, creando a Palermo un’iniziativa che riunisca giovani colleghi appassionati e studiosi di psicologia, accomunati dal desiderio del “fare” psicologia, di crescere professionalmente, di maturare competenze psicologiche che diano equilibrio, sicurezza e solidità alla propria identità professionale.
OBIETTIVO GENERALE: Il Servizio di Psicologia e Psicoterapia, propone il “Laboratorio di formazione psicologica” condotto con la tecnica dello psicodramma freudiano. L’intento del Servizio è di realizzare un percorso formativo in cui il futuro o giovane psicologo possa attualizzare, attraverso un’esperienza “dal vivo”, gli insegnamenti appresi nel contesto accademico, e che al tempo stesso ne favorisca lo sviluppo delle competenze psicologiche specifiche e propedeutiche per un efficace e consapevole svolgimento della professione. “Competenze psicologiche” qui intese come “la consapevolezza di sé stessi, rappresentata dal saper leggere dentro di sé emozioni e sentimenti, sapendo quando e come utilizzarli come risorsa per sé e per il cliente/paziente; consapevolezza degli altri, intesa come la capacità di comprendere e governare i vissuti emotivi, le attese e le reazioni dell’altro; capacità di comportarsi in maniera consapevole, cioè, la capacità di saper governare le diverse emozioni che prova secondo gli accadimenti del qui ed ora e di saper entrare in risonanza con le emozioni che il cliente/paziente prova nella situazione specifica”. La relazione d’aiuto richiede leggerezza e semplicità nelle risposte. Solidità ed equilibrio emotivo. Per questo motivo è necessario un lavoro su sé stessi per diventare sempre più flessibili e pronti a reagire alle dinamiche che generano dalla relazione d’aiuto.
OBIETTIVI SPECIFICI: L’obiettivo del “Laboratorio di formazione psicologica” non è tanto quello di trasferire un sapere accumulato, quanto quello di stimolare nei partecipanti una maggiore flessibilità. E con ciò di rendere consapevole e quindi utilizzabile il sapere implicito già presente in loro.
I gruppi di psicodramma saranno, quindi, orientati alla promozione dello sviluppo dei diversi tipi di flessibilità, e al contempo di esercitarla:flessibilità percettiva intesa come l’addestrarsi ad adottare la posizione di Proust che ricorda che “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”. La flessibilità percettiva stimola a cambiare punto di vista, mutare prospettiva, e invita a scrutare il dettaglio e l’insieme; flessibilità emotiva originata dalla consapevolezza che l’emozione nasce dall’interpretazione della situazione, non dalla situazione stessa. Chi esercita la sua intelligenza emotiva sa leggere dentro di sé emozioni e sentimenti, sa governare le proprie emozioni, sa entrare in risonanza con quelle degli altri, sa come e quando verbalizzarle e utilizzarle; flessibilità nell’ascolto, intesa come la capacità ricettiva di riproduzione di senso soggettivo di quanto udito; flessibilità valutativa utile per non cadere nella trappola del prendere troppo sul serio le proprie letture e interpretazioni dei fenomeni che osserviamo. La flessibilità valutativa necessaria allo psicologo lo rende cauto nell’esprimere le sue interpretazioni come descrizioni oggettive e lo rende paziente per calmare le urgenze interpretative; Flessibilità relazionale che consiste infatti nel riconoscere che ognuno, anche se percepisce se stesso come individuo autonomo, è in realtà avvolto in una rete di relazioni che lo definisce e sostiene. La flessibilità relazionale ricorda che ognuno di noi è uno, nessuno e centomila e che noi siamo chi siamo nella relazione con gli altri.
METODOLOGIA: I gruppi sono condotti con la tecnica dello psicodramma, che consente ai partecipanti di rappresentare in nuovi spazi di gioco, le problematiche, le emozioni, i conflitti ed i vissuti sperimentati nei diversi sistemi sociali a cui si appartiene (famiglia, amici, lavoro). L’attenzione principale viene posta sulla possibilità di conoscersi, di accrescere la propria sensibilità, di essere più consapevoli dei propri conflitti, delle proprie ansie e frustrazioni, e conseguentemente di essere sempre più flessibili e pronti a reagire alle dinamiche che generano dalla relazione d’aiuto. Nella seconda fase, i partecipanti saranno chiamati a condurre alcune sessioni di gruppo mediante l’applicazione di specifici giochi psicologici presenti in letteratura.

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