Trauma Healing - Somatic Experiencing

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    Milano

Obiettivo del corso: La Formazione è finalizzata all’acquisizione delle competenze e delle conoscenze necessarie di Trauma healing. Rivolto a: Per tutti gli interessati.

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via maiocchi 18, 20129

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Il Trauma e l’individuo

Non ci sono due persone che provino o manifestino il trauma esattamente allo stesso modo. Quel che risulta nocivo per una persona può essere stimolante per un’altra. Molti fattori influiscono su questa ampia gamma di reazioni al pericolo, tra cui l’età dell’individuo, la storia del trauma, le dinamiche famigliari e perfino la composizione genetica. Il capire queste differenze ci tratterrà dal giudicarci reciprocamente – atteggiamento che può essere di grave impedimento alla guarigione. Quando siamo traumatizzati abbiamo bisogno di essere sostenuti e non giudicati.

Le consistenti differenze di percezione e reazione individuali rendono difficile stabilire una definizione funzionale di quel che è traumatico. Quello che sappiamo è che non è l’evento di per se stesso ad essere traumatico; è la percezione individuale e la capacità di reazione all’evento. Se si percepisce una situazione come pericolosa per la propria vita, allora quella situazione è potenzialmente traumatica.

Possiamo reagire a quello che percepiamo come una minaccia sia palesemente che celatamente. Per esempio, un veterano di guerra traumatizzato che ha una reazione forte ogniqualvolta da una automobile proviene un rumore come di scoppio sta reagendo in modo palese. La reazione è manifesta anche nel caso di chi, avendo subito tortura e prigionia, suda freddo dentro ad un ascensore affollato. Tuttavia, le reazione di chi, come succede nella maggioranza dei casi, è rimasto sconvolto da una serie di eventi più comuni non sono così facili da rilevare.

Stress e trauma

Ultimamente, è invalso l’uso della parola “trauma” come sostitutiva di “stress”, come in “ho avuto una giornata traumatica al lavoro.” Ciò è fuorviante e banalizzante. Sicuramente, tutti gli eventi traumatici sono stressanti; ma non tutti gli eventi stressanti sono traumatici. I sintomi dello stress si possono annullare rimuovendo le cause dello stress ed alleviate temporaneamente con tecniche quali massaggi e meditazione. Il trauma, al contrario, è una sostanziale frattura. Ha a che fare con la perdita di contatto con noi stessi, la nostra famiglia e il mondo intorno a noi. Questa perdita è spesso difficile da riconoscere, poiché ha un andamento lento, di lungo periodo. Ci adattiamo a questi impercettibili cambiamenti; senza notarli neppure. Il trauma richiede un’indagine più approfondita rispetto allo stress e la sua guarigione comporta una trasformazione a lungo termine molto più significativa.

La medicina psichiatrica ha scelto di considerare gli effetti più duraturi del trauma come incurabili e solo marginalmente controllabili con farmaci. Non solo il trauma è curabile, ma il processo di guarigione può essere l’elemento catalizzatore di un risveglio interno. Pur essendo un’esperienza di vita, il trauma non deve essere una sentenza a vita.

LE CAUSE DEL TRAUMA

Un trauma è un trauma, indipendentemente dalle sue cause. E’ irrilevante se qualcun altro trova traumatizzante lo stesso evento. Per esempio, rumori forti improvvisi come tuoni o le grida furiose di adulti possono traumatizzare neonati e bambini piccoli. Naturalmente, tuoni e grida raramente costituiscono un pericolo per la vita; ma quando si parla di trauma, è la percezione di pericolo a costituire il fattore principale. In condizioni normali, un' automobile che produce un forte rumore come di scoppio non costituisce di per sé una minaccia. Ma per qualcuno che è rimasto traumatizzato dalla guerra, il rumore anomalo di un’auto può evocare situazioni precedenti effettivamente pericolose per la vita stessa.

Le cause del trauma si possono dividere in due categorie principali:

· gli eventi che sono quasi sempre traumatici, indipendentemente da chi ne è colpito

· gli eventi comuni, dolorosi, inaspettati che in certe condizioni possono essere traumatici.

La prima categoria comprende le cause più frequenti del trauma:

· la guerra

· grave abuso emotivo, fisico o sessuale nell’infanzia

· aver subito o assistito ad atti di violenza

· stupro o tentativo di stupro

· lesioni e malattie devastanti

· la perdita di una persona cara

La seconda categoria comprende eventi apparentemente comuni che provocano traumi più spesso di quanto si possa pensare. Nel leggere, notate le vostre reazioni fisiche all’elenco. Cominciate a divenire consapevoli del vostro “felt sense”(“percezione sentita) fisico delle cose che vi accadono. Fate attenzione a sensazioni quali formicolio, irrigidimento o rilasciamento dei muscoli, acceleramento o rallentamento del battito cardiaco, intorpidimento/insensibilità, paralisi, sbalzi di temperatura, ecc. E’ possibile che vediate il passaggio rapido di immagini; può accadere che colori o forme diversi compaiano nel vostro campo visivo interno. Può capitarvi di essere assaliti da pensieri o emozioni, oppure di avere una reazione leggera o addirittura nessuna. Fate attenzione alle cose che accadono automaticamente, di cui di solito non siete consapevoli. Cercate di notare oggettivamente qualsiasi cosa succeda come se foste un osservatore esterno. Prendetene nota mentalmente e andate avanti.

Ecco una lista di accadimenti potenzialmente traumatizzanti che possono non essere così palesi:

· incidenti automobilistici di lieve entità (perfino leggeri tamponamenti) specialmente quelli che causano il colpo di frusta

· procedure mediche e dentarie invasive, soprattutto se praticate su bambini immobilizzati o sotto anestesia (l’uso dell’etere aumenta la possibilità di insorgenza del trauma) – anche adulti che sanno a livello razionale che tali procedure sono utili possono percepirle (ad esempio un esame pelvico) come un’aggressione

· cadute ed altre lesioni di lieve entità, specialmente se riguardano bambini e anziani (per esempio un bambino che cade dalla bicicletta)

· disastri naturali (terremoti, uragani, tornado, incendi, alluvioni, vulcani)

· malattia, soprattutto con febbre alta

· intossicazione

· senso d’abbandono (sentirsi abbandonato), specialmente nel caso di bambini piccoli e neonati

· immobilità prolungata, soprattutto per i bambini (ingessatura, fasciatura rigida, trazione)

· esposizione a calore o freddo estremi (soprattutto per bambini e neonati)

· rumori forti improvvisi (soprattutto per bambini e neonati)

· parto (sia per la madre che per il neonato)

Ricordate che questo è un elenco solo parziale, allo scopo di darvi un’idea approssimativa di eventi potenzialmente traumatici. Ci sono molti altri accadimenti e situazioni simili che possono provocare un trauma in certe condizioni.

LA NATURA BIOLOGICA DEL TRAUMA

Le reazioni umane di fronte al pericolo sono in prima istanza istintive e biologiche e, in seconda istanza, psicologiche e cognitive. Rientrano in tre piani d’azione istintivi: la lotta, la fuga e l’immobilità. Queste tre reazioni sono comuni a tutti i mammiferi. Quando percepiamo un pericolo, corpo e mente entrano nel primo stadio di quel che chiamiamo “ciclo di attivazione.” I muscoli si tendono e cominciamo a cercare la causa di un possibile pericolo. Se localizziamo tale causa e percepiamo esserci un pericolo reale, entriamo allora nella seconda fase. Mobilitati, corpo e mente cominciano a produrre adrenalina e cortisolo, le due principali sostanze chimiche che ci forniscono l’energia necessaria per lottare o fuggire. Nel terzo stadio scarichiamo tale energia portando a compimento l’opportuna azione difensiva (vale a dire la lotta o la fuga). Il quarto stadio finale si attua quando il sistema nervoso, non più stimolato, ritorna ad uno stato di equilibrio.

Se veniamo sopraffatti dall’entità che ci minaccia e siamo incapaci di lottare o di fuggire, istintivamente mettiamo in atto il terzo piano d’azione, la “reazione d’irrigidimento” (nota anche col nome di “reazione d’immobilità” o “fare il morto”). Questa manovra difensiva risponde a un duplice scopo. In primo luogo, può trarre in inganno l’aggressore facendogli perdere interesse e offrendo a noi la possibilità di scappare. In secondo luogo, non sentiremo alcun dolore se verremo feriti o uccisi mentre ci troviamo in questo stato, perché nello stato di immobilità la coscienza sembra abbandonare il corpo (gli psicologi chiamano tale fenomeno “dissociazione”). Ma anche se siamo immobilizzati il nostro sistema nervoso si trova al massimo stato di all’erta. Non abbiamo potuto scaricare nemmeno in parte l’energia mobilitata dal nostro corpo per la lotta o la fuga – il che ci ha lasciato in uno stato in qualche modo simile a quello di un’automobile di cui acceleratore e freni siano stati schiacciati a fondo contemporaneamente. E’ impossibile completare il ciclo di attivazione quando non ci si può muovere.

Gli animali che sopravvivono ad un attacco attraverso la reazione di immobilità fanno semplicemente in modo che l’energia in eccesso venga scaricata biologicamente e che il ciclo di attivazione venga completato. In pratica, lo fanno successivamente all’evento scrollandosi e tremando così da ristabilire la normale respirazione. Questa azione istintiva permette al sistema nervoso di riacquistare il suo equilibrio. (Per una rappresentazione grafica di tale processo, si guardi il video del National Geographic, Attenzione orso polare. Questo video presenta riprese molto eloquenti di un orso che scappa, in fuga da un aeroplano pilotato da un biologo di fauna e flora selvatiche. All’orso viene sparata una freccetta di tranquillante che lo immobilizza. Dopo essere stato marcato e liberato, l’orso si scrolla e scuote tutto per poi riprendere a respirare normalmente. Per vedere chiaramente il completamento della reazione di fuga, proiettate la sequenza al rallentatore. )

Purtroppo, per gli esseri umani è molto più difficile completare tale processo. I motivi principali di questa difficoltà sono due. Il primo è che l’energia di sopravvivenza è così forte che ci spaventa; e il secondo è che ci sentiamo a disagio nell’abbandonare il controllo della ragione a favore di sensazioni involontarie (inconsce). A causa di questi timori, la parte razionale del nostro cervello tenta spesso di reprimere il processo di completamento. Quando ciò avviene, il sistema nervoso resta in uno stato di all’erta. Anche se il pericolo è scomparso, corpo e cervello reagiscono come se fosse ancora presente e continuano ad emettere le sostanze chimiche per la lotta o la fuga.

Per esempio, quando un adulto molestatore sopraffà un bambino, le energie di sopravvivenza istintive del ragazzo vengono represse e sopraffatte. Chiaramente, il bambino non può avviare un tentativo di fuga, figuriamoci se lo può completare! Il bambino, come qualsiasi essere vivente , cerca di cogliere ogni mezzo possibile per controllare la forte energia, potenzialmente travolgente, prodotta per reagire di fronte al pericolo. Questi modi diversi di “limitazione del danno” diventano sintomi del trauma.

Gli incidenti d’auto sono esperienze apparentemente più normali, ma spesso altrettanto sconvolgenti – in parte perché in genere le cose avvengono in tempi troppo brevi per permettere la reazione di strategia difensiva. Strutturalmente, le auto impediscono lo scarico completo dell’energia istintiva di sopravvivenza. Anche avendo la possibilità di reagire al pericolo rappresentato da un’auto che vi viene contro, tutto quello che potete fare per evitare l’impatto è sterzare. Questa azione può riuscire a scongiurare un incidente, ma il vostro corpo ha già prodotto energia sufficiente ad aiutarvi a sfuggire a una tigre feroce dai denti a sciabola. Invece, tutto quel che avete fatto è stato sterzare per evitare una Jaguar fiammeggiante.

Allo stesso modo, molti pericoli normali – a differenza dei pericoli della foresta – non consentono uno scarico di energia adeguato. L’energia in eccesso, anziché essere riconvertita, rimane intrappolata nel corpo e nella mente. I sintomi del trauma ne sono la conseguenza. Gli esercizi che imparerete con Healing Trauma vi insegneranno ad emulare il processo naturale che impiegano gli animali della foresta per liberare l’energia del trauma prima che si trasformi in sintomi dolorosi.

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