Ambiente: Diritto e Diritti

Era il 1992 quando Severn Cullis-Suzuki passò alla storia come la bambina che zittì per 6 minuti il mondo, durante il primo Summit sulla Terra organizzato dalle Nazioni Unite a Rio de Janeiro. In quell’occasione fu firmata la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, che istituzionalizzò, a partire dalla sua entrata in vigore nel 1994, la Conferenza delle Parti (oggi conosciuta come COP). Dal 7 al 18 novembre 2022 a Sharm el-Sheikh si terrà la COP27: quali risultati porterà?

La spinta propulsiva e inarrestabile partita nel 1992 ha portato al Protocollo di Kyoto, alla nascita del carbon market a livello globale e alla creazione a livello regionale del trading delle emissioni di CO2, in cui logiche economiche ed ambientali si intrecciano in una maniera inimmaginabile fino a vent’anni fa. Gli Stati emettono ora obbligazioni verdi (i cosiddetti Green Bonds) e possiedono fondi di investimento che rispettano criteri ambientali; alle società è richiesta una responsabilità sociale e la tenuta di specifiche scritture contabili, anche se non mancano fenomeni negativi come il greenwashing.

La questione ambientale pervade molti aspetti della nostra quotidianità e si intreccia con diversi interessi. La tutela dell’ambiente si scontra infatti con lo sfruttamento delle risorse e rischia di generare nuove forme di colonialismo attraverso fenomeni quali il landgrabbing, in cui gli Stati preservano il proprio territorio sfruttando il suolo di altri Paesi. Si tratta anche di un’erosione di diritti: sono minacciati il diritto al cibo, la sicurezza alimentare, ma anche il diritto alla terra, soprattutto quando a esserne titolari sono i popoli indigeni, spesso sottotutelati all’interno degli Stati in cui abitano.