La sovranità sugli Elementi

Secoli di relazioni, conflitti e leggi hanno tessuto la trama del moderno sistema internazionale, in cui agiscono le potenze di oggi. Nel tempo, le regole alla base del sistema internazionale sono cambiate, rispecchiando l’evolversi delle tecnologie necessarie per l’appropriazione e lo sfruttamento delle risorse. Se un tempo l’estensione del mare territoriale si misurava sulla base della gittata di un cannone, ora si utilizzano criteri diversi basati sulle maggiori capacità tecnologiche di cui lo Stato dispone per esercitare il proprio controllo; è quindi necessario regolamentare non solo le risorse del suolo o dei fiumi o delle acque costiere, ma anche l’alto mare, i fondali oceanici, lo spazio e i corpi celesti.

Partendo dalle regole generali sulla sovranità che si sono formate prevalentemente sull’appropriazione della terraferma, il corso si dividerà in due moduli, dedicati al Mare e allo Spazio extraatmosferico. Due domini strettamente interconnessi: il Diritto, infatti, spesso trae ispirazione dalla navigazione marittima per disciplinare quella aerea e spaziale. D’altronde, l’astronauta non è forse considerato il “marinaio delle stelle”?

All’evoluzione delle tecnologie si accompagna anche la moltiplicazione dei soggetti che agiscono all’interno della comunità internazionale: un tempo erano solo gli Stati, mentre ora anche i privati – per esempio, in forma di movimenti insurrezionali o di imprese multinazionali – sono protagonisti nella corsa alla conquista di nuove frontiere e all’accaparramento delle risorse. I recenti viaggi di Space X hanno posto ad esempio una sfida giuridica: i
trattati internazionali attuali vietano lo sfruttamento delle risorse presenti sui corpi celesti, ma queste regole si rivolgono agli Stati. Quindi Elon Musk potrà forse appropriarsene?