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CORSO DI FORMAZIONE DIAGNOSI E TERAPIA: "I DISTURBI DELLO SVILUPPO NEUROPSICOMOTORIO DEL BAMBINO" 1a Sezione CORSO BASE

Corso

A Verona ()

183 € IVA inc.

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Descrizione

  • Tipologia

    Corso intensivo

  • Livello

    Livello base

  • Ore di lezione

    7h

  • Durata

    3 Giorni

A.R.C. "I Nostri Figli" ONLUS, in collaborazione con Medi K S.r.l. provider di ECM(link is external), organizza il Corso "I Disturbi dello Sviluppo Neuropsicomotorio" , 1a Sezione CORSO BASE di formazione di diagnosi e accertamento terapeutico, valido per l'Albo Metodo FSC.


Il Corso sarà tenuto dal Dottor Mario Castagnini, Neurologo e Riabilitatore con grandissima esperienza nella Diagnosi precoce e trattamento tempestivo per bambini con Disturbi dello Sviluppo Neuropsicomotorio.



Secondo le disposizioni ministeriali il Corso è accreditato per le seguenti figure professionali: Fisioterapista, Terapista della Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, Psicologo, Psicoterapeuta, Medici specialisti in Medicina Fisica e della Riabilitazione, Pediatria, Neuropschiatria Infantile, Neurologia, Osteopatia.



Il costo del corso è di 183,00 € IVA compresa. Include frequenza, materiale didattico, coffee break, pranzo e accreditamento ECM (la quota si è potuta mantenere ridotta grazie al sostegno dell’Associazione “A.R.C. I Nostri Figli Onlus” e dell’Opera Don Calabria).
Senza accreditamento ECM la quota è di 122,00 € IVA compresa.

Informazioni importanti

Documenti

  • pieghevole 1 corso base 2018.pdf

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Opinioni

Materie

  • Neurologia
  • Riabilitazione
  • Terapia
  • Prevenzione
  • Sviluppo neuropsicomotorio
  • Diagnosi precoce
  • PARALISI CEREBRALE INFANTILE
  • Gestione neonato
  • Bambino
  • Ritardo dello sviluppo

Professori

Mario Castagnini

Mario Castagnini

Neurologo e riabilitatore

Programma

Ci accingiamo a trattare di un aspetto particolare della patologia dello sviluppo del bambino, legato ad una sofferenza cerebrale alla nascita, che risulta essere tra i più gravi sia sotto il profilo delle complicanze cliniche che per le implicazioni sociali ed umane che ne derivano.

Come si possono definire le paralisi cerebrali infantili: la definizione che dal lontano 1966 la Società Internazionale delle Paralisi Cerebrali Infantili ha accettato è la seguente: “La paralisi cerebrale infantile è un disordine persistente ma non immutabile della postura e del movimento, dovuto ad alterazione delle funzioni cerebrali, insorgente prima che la crescita e la maturazione del Sistema Nervoso Centrale siano completate”.

Con questa definizione si intende che le lesioni non sono progressive anche se le manifestazioni cliniche, in relazione allo sviluppo neuro e psicomotorio, mutano nel tempo solitamente aggravandosi. Si aggrava la situazione clinica ma non la lesione organica o l’alterazione delle funzioni cerebrali che l'hanno provocata.

La Diagnosi

Sono stati numerosi gli autori che hanno proposto un loro metodo terapeutico e diagnostico per le paralisi cerebrali infantili, ma pur riconoscendo a tutti dei meriti per il contributo alla strategia di intervento, va peraltro osservato come non tutte le metodiche proposte si siano rivelate valide.

A nostro avviso tutte le difficoltà sarebbero superate con l’applicazione di un criterio unico che permetta una classificazione ed una valutazione realmente obiettiva degli stadi di sviluppo, cioè il principio locomotorio, l’ontogenesi della locomozione. Vi è, infatti, una coerenza sistematica tra l’ontogenesi della locomozione e la neurologia dello sviluppo. Inoltre indichiamo come condizione indispensabile allo sviluppo neuro e psicomotorio spontaneo del bambino la capacità di controllo della postura.

La terapia

Una terapia neuro e psicomotoria per esiti di lesione cerebrale alla nascita, per sperare di risultare efficace, deve poter far leva sui meccanismi di compenso cerebrale legati alla fondamentale caratteristica del cervello che è la plasticità.

Noi possiamo definirla così: “terapia neuro e psicomotoria su base neuro e psicoevolutiva evocante schemi congeniti o innati di carattere neuro e psicomotorio mediante stimoli adatti in posture adeguate, per un tempo sufficiente”.

Introduzione

Rotolamento e terapia

La normale evoluzione del processo di rotolamento, come funzione locomotoria, dura parecchi mesi nel bambino normale: almeno due trimestri. Tale processo richiede un tempo così prolungato perché il bambino deve contemporaneamente conquistare tutta una serie di tappe relative:

1. L'integrazione della reflessologia primitiva in modelli di coordinazione superiori.

2. Il raggiungimento della “maturità” posturale nella posizione supina e prona.

3. La capacità di rispondere agli stimoli esterni, in particolare mediante vista e udito, con la rotazione del capo.

4. Lo sviluppo della motilità fasica, con la possibilità di spostare gli arti sia in senso cranio-caudale sia in senso laterale oltre la linea mediana (coordinazione occhio-mano-bocca).

Rotolamento nel bambino patologico

Nello sviluppo neuromotorio patologico il processo di rotolamento o non si presenta affatto o si realizza in modo anomalo o distorto, poco economico, svantaggioso.

Strisciamento e terapia

Il neonato, qualora sia posto in posizione prona compie movimenti quasi afinalistici, apparentemente caotici, fino a che non si tranquillizza per assopirsi.

Se al neonato in posizione prona sono offerti dei punti di appoggio particolari (al tallone, al gomito, al capo ...) tutti questi movimenti vengono ad essere coordinati in uno schema locomotorio facilmente riferibile allo strisciamento. Tale osservazione, unita ad altre di analogo interesse, ha fatto ipotizzare che lo schema dello strisciamento possa essere innato ed appartenente all'insieme delle primarie e primitive funzioni vitali di ricerca e di fuga.

Anche lo strisciamento , come il rotolamento, si manifesta nel bambino in un lasso di tempo molto lungo: sono a mala pena sufficienti tre trimestri perché il piccolo impari a spostarsi strisciando.

Verticalizzazione e terapia

Sulla base delle acquisizioni precedenti il bambino potrà sviluppare finalmente quelle funzioni che maggiormente lo avvicinano a quelle proprie dell'“adulto”.

Nella posizione carponi, caratteristica dell'età di circa otto mesi, il piccolo compie tentativi sempre più frequenti di “dondolarsi” avanti e indietro.

Dalla posizione carponi è molto facile giungere alla posizione seduta simmetrica e viceversa, passando attraverso un atteggiamento di appoggio asimmetrico sugli arti inferiori semiflessi.

Quasi contemporaneamente il piccolo inizia a fare tentativi, dapprima goffi poi via via sempre più precisi, di postura quadrupedica a "plantigrado", cioè a quattro gambe con appoggio sulle mani e sui piedi. Da qui alla verticalizzazione bipedale caratteristica dell’uomo non manca che l’incentivo e l’interesse.

Gli schemi pratici di riabilitazione neuro e psicomotoria

Tutti gli schemi della terapia neuro e psicomotoria verranno applicati ai corsisti come esperienza personale e applicati da noi a bambini scelti, di varia patologia e di varia età, come dimostrazione pratica per i corsisti.

Ulteriori informazioni


ISCRIZIONI ONLINE


http://eventi.medik.net/Login.asp?IDcommessa=6111-4&Lang=IT&BTT=1&URL=http://www.medik.net

  
Per ulteriori informazioni tecniche:

Sig.ra MERI PEDRON (Medi K Srl) +39 049 8170700   



Gentilmente fate presente direttamente al momento dell’iscrizione se avete esigenze particolari per il pranzo (allergie etc.) così riusciamo ad organizzarci adeguatamente, migliorando il nostro servizio.

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