Genitori Con-sapevoli

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Descrizione

  • Tipologia

    Lezioni individuali

  • Livello

    Livello avanzato

  • Metodologia

    Online

  • Ore di lezione

    16h

  • Durata

    2 Mesi

  • Inizio

    Scegli data

  • Invio di materiale didattico

  • Tutoraggio personalizzato

  • Lezioni virtuali

Il corso si prefigge di eliminare le disfunzioni comunicative all'interno del rapporto genitori figli facendo riferimento alla comunicazione e alla generatività. Inoltre, si prefigge di educare i figli a un sano, consapevole, autonomo sviluppo dell'identità.

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Profilo del corso

1. consapevolezza delle capacità genitoriali
2. formare la coppia genitoriale
3. conoscere la storia delle proprie origini
4. Attenzione alla struttura familiare
5. conoscenza dei processi comunicativi e degli stili genitoriali
6. conoscenza dello sviluppo del bambino
7. comunicazione efficace per genitori efficaci

genitori ed educatori

per l'attenzione alla comunicazione e ai processi generazionali in cui grande importanza ai fini della formazione della coppia genitoriale o degli stili genitoriali assume la generatività o la conoscenza delle proprie origini e degli stili familiari

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Opinioni

Materie

  • Genitori
  • Genitori efficaci
  • Comunicare
  • Coppia genitoriale
  • Coppia
  • Famiglia
  • Educare figli
  • Neonati
  • Comunicazione efficace
  • Figli
  • Essere papà
  • Diventare papà
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Professori

Mariano INDELICATO

Mariano INDELICATO

Dottore

1986 Laurea in Psicologia Università degli Studi La Sapienza di Roma; Iscritto all'Ordine degli Psicologi Regione Sicilia; Specializzato in Psicoterapia Sistemico Relazionale e Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale; Autore di una monografia su: Dal Dono ai Legami Generazionali pubblicato su www.stateofmind.it/category/rubriche/il-dono-monografia/ Attività di studio a Catania, Palermo, Messina, Reggio Calabria

Programma

Essere genitori, diventare genitori sembra un compito del tutto nuovo eppure si inserisce nella storia millenaria dell’umanità. Diventare genitori è un compito cui siamo educati fin da bambini e dal momento in cui avviene ci assorbe quasi totalmente facendoci dimenticare tante volte anche di essere mariti e mogli. D’altronde, fin da piccoli siamo educati non tanto ad essere marito e moglie, ma ad essere papà e mamma tant’è che spesso ci sentiamo ripetere “quando diventerai papà o mamma capirai”. Diventare genitori non è semplice perché siamo assaliti da mille dubbi, ansie , perplessità che ci mettono con le spalle al muro e dalle quali non possiamo scappare. Ci sentiamo talmente immersi in questa avventura che tutti i gesti della vita quotidiana, cosi come i programmi a medio e lungo termine, sono rivolti ai figli. Lo faccio per i miei figli è la frase tipica che sentiamo ripetere milioni di volte durante il giorno. Diventare genitori è il compito dei compiti poiché stiamo parlando della riproduzione e della conservazione della specie umana. Oriana Fallaci nel libro “lettera a un bambino mai nato" ci da un ‘esempio dei tanti dubbi che dobbiamo dominare e dai quali possiamo essere sovrastati: molte donne si chiedono: mettere al mondo un figlio perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito ed offeso, perché muoia ammazzato dalla guerra o da una malattia? E negano che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentare di cancellare le malattie e la guerra. Forse hanno ragione loro. Ma il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente. E se allargo questo alla vita, al dilemma nascere o non nascere, finisco con l’esclamare che nascere è meglio di non nascere”. Essere genitori, diventare genitori è una missione che ci viene affidata dalle generazioni precedenti. Pensiamo per un attimo alla disperazione, alla continua ricerca di cure da parte di tutte quelle coppie che per problemi di infertilità non possono avere figli. Pensiamo anche che fino a qualche decennio fa una moglie sterile poteva essere ripudiata e il matrimonio poteva essere annullato. Essere genitori, diventare genitori è un desiderio cosi forte che spesso ci fa superare tutti i dubbi e le perplessità. Scrive ancora la Fallaci “Ti porterò avanti lo stesso, che ti piaccia o no. Te la imporrò lo stesso quella prepotenza che fu imposta anche a me, e ai miei genitori, ai miei nonni, ai nonni dei miei nonni: su fino al primo essere umano, che gli piacesse o no”. Io credo, e il corso muove da queste prospettive, che noi non dobbiamo un mestiere quello di essere genitori ma dobbiamo prendere coscienza di cosa significa la genitorialità. Essere genitori è come coltivare un giardino. Il nostro compito è piantare, innaffiare, potare, zappare, concimare ma anche di analizzare e conoscere il terreno. Solo se conosciamo quest’ultimo e facciamo i giusti trattamenti facciamo crescere piante rigogliose.

In questo compito e/o processo non siamo da soli ma veniamo accompagnati dall’intera comunità così come stiamo vedendo nel filmato della Walt Disney in occasione della nascita del piccolo Simba nel film animato il Re Leone. Potrebbe sembrare una scena qualsiasi, di un film qualsiasi eppure contiene simboli, rituali e miti che hanno attraversato e, ancora attraversano l’intera comunità umana. Tutti gli animali della savana accorrono alla rupe del re Mufasa per la presentazione del nuovo nato. Sembrerebbe un gesto legato alla fantasia degli autori, eppure a ogni nascita i familiari, gli amici e i conoscenti sono soliti far visita al nuovo nato, alla mamma e al papà. Perché tutta la comunità si muove a celebrare la nuova nascita? In alcuni casi, come nella nascita dei reali, come vedremo nei filmati seguenti, si radunano folle oceaniche in attesa che i genitori presentano il neonato. Folle di giornalisti seguono in maniera morbosa tutti gli avvenimenti legati alla nascita, e milioni di telespettatori stanno incollati davanti al teleschermo per un’apparente morbosa curiosità. Se dovessimo spiegarci tutte queste manifestazioni non potremmo non arrivare alla conclusione che il diventare genitori e la nascita di un nuovo membro è un fatto sociale importante poiché ci mette in contatto con compiti antropologici profondi. Fare figli vuol dire donare la vita e quest’ultima si dona nella fiducia e nella speranza di poter essere ricambiati. I genitori donano la vita nella speranza e nella fiducia che i loro figli a loro volta donino la vita.

Ecco il compito principale per cui veniamo al mondo. Non nasciamo per costruire castelli, palazzi, ponti, autostrade, andare sulla luna, etc. ma per dare la vita, donare la vita.

Al fine svolgere questo compito c’è bisogno di una coppia che svolga il ruolo di genitoriale. Ecco perché il primo modulo del corso sarà riservato alla formazione della coppia e alla magnifica esperienza dello scegliersi. Io scelgo il mio partner anche in funzione del ruolo paterno o materno che dovrà svolgere. Quante volte abbiamo sentito pronunciare la frase: sarà una buona madre per i miei figli, sarà un buon padre per i miei figli. D’altronde affinché i figli crescano e acquistino la loro autonomia c’è bisogno di una coppia che funzioni almeno a livello genitoriale. Non dobbiamo dimenticarci che possiamo separarci dall’essere marito o moglie, ma non possiamo divorziare dall’essere papà o mamma. Una volta assunto il ruolo genitoriale non si può più abbandonare. Siamo e restiamo anche dopo la morte padri e madri per sempre. Come vedremo il legame genitori – figli è eternamente indissolubile.

L’indissolubilità del legame genitori- figli rimanda al valore delle origini che spesso nel nostro sistema sociale è stato dimenticato. Nel talmud c’è scritto che affinché ci sia un figlio c’è bisogno di almeno 3 generazioni: quella dei nonni, dei genitori e dei figli. Le famiglie hanno una storia ed è al suo interno che devono essere inseriti i figli. Spesso, colpevolmente, tendiamo a non dare importanza alla nostra storia familiare. Eppure un albero non può avere una bella chioma senza le radici. Se vogliamo che i nostri figli non si sentano spaesati dobbiamo fare in modo che essi vengano coinvolti all’interno della storia della loro famiglia con gli aspetti positivi e negativi. Spesso oggi i ragazzi vagano passando da un gruppo all’altro senza sentire il bisogno di appartenere. E’ storia della nostra famiglia che sviluppa il senso di appartenenza e per far ciò dobbiamo trovare tutti gli strumenti utili affinché i nostri figli si sentano cavalieri che petto in fuori sono pronti a difendere i valori delle loro famiglie. L’intento del modulo è di imparare a costruire la storia della nostra famiglia utilizzando la tecnica di costruzione delle fiabe passando attraverso il genogramma e l’intervista clinica generazionale. L’obiettivo è di far in modo che i genitori possano sviluppare nei figli:

- Il senso di appartenenza

- Il riconoscimento di se stessi

- La costruzione dell’identità

Il modulo successivo tratterà la struttura familiare. Le famiglie funzionano se al loro interno non vengono stravolti i ruoli ovvero i genitori devono fare i genitori e i figli i figli. Sembrerebbe a prima vista un’equazione semplice eppure in tanti contesti familiari non è così. A volte i figli tendono o sono costretti a sedersi in sedie non proprie ovvero in quelle dei genitori. Ciò può avvenire per molteplici motivi:

- Uno dei genitori assente per lavoro o per malattia;

- Il figlio diventa il confidente di uno dei genitori che costituisce, secondo molti autori, uno dei fattori scatenanti la successiva anoressia;

- Nonni che parlano alle coppie genitoriali attraverso i figli etc.

In tutti i casi ciò che risulta compromesso è l’equilibrio del sistema famiglia. Infatti, le famiglie sono sistemi semplici e come tutti i sistemi devono stare in equilibrio. Nel momento in cui quest’ultimo viene alterato si creano le condizioni affinché possa annidarsi la patologia.

La comunicazione si associa inestricabilmente con la struttura familiare. Seguendo i flussi comunicativi possiamo avere informazioni sulle modalità di funzionamento delle famiglie. Il modulo ha l’obiettivo di far prendere consapevolezza delle strategie comunicative utilizzate all’interno del contesto familiare e l’apprendimento di quelle più utili e funzionali nella gestione dei figli. Imparare a definire in maniera positiva o le tecniche di meta comunicazione possono permetterci di entrare in sintonia con i nostri figli senza inutili e dispendiose perdite di tempo. La comunicazione è relazione e la relazione è comunicazione. Comunichiamo attraverso ogni gesto e se vogliamo stabilire legami significativi dobbiamo prendere consapevolezza delle nostre modalità comunicative. Uno dei pericoli incombenti è la squalifica o la disconferma. Quante volte ci capita di dire “tu non capisci niente”, “sei un buono a nulla”, senza tenere conto che con queste semplice parole stiamo rifiutando gli altri dicendogli di fatto: tu non esisti.

Il modulo mira a spiegare e far apprendere:

- Gli assiomi della comunicazione

- Le regole della comunicazione

- La ridefinizione in positivo

- Le posizioni one –up e one-down all’interno degli scambi comunicativi

- Le triangolazioni comunicative

- Gli stili comunicativi

Dal momento in cui uno spermatozoo feconda un ovolo, dal momento della meiosi inizia a formarsi un individuo unico. Infatti, esso non è la somma dell’unione delle due parti ma un tutto e il tutto non è mai la somma algebrica delle singole parti. In sostanza inizia a formarsi un individuo con i suoi sentimenti, i suoi bisogni, le sue prerogative in grado d’interagire con l’ambiente circostante. Le modalità con cui interagisce, si sviluppa e si evolve con lo sviluppo biologico e sociale. In questo modulo sarà trattato lo sviluppo del bambino dalla nascita alla fase puberale. L’obiettivo è di normalizzare le ansie e le aspettative dei genitori. Non si può chiedere al bambino di fare quello che ancora non è in grado di fare, così come non bisogna andare in ansia e correre dal pediatra o dallo psicologo immaginando chissà quali ritardi. La precocità non è un sinonimo di grande intelligenza ma semplicemente, a volte, di uno sviluppo precoce di alcune aree cerebrali. Obiettivo del modulo è far conoscere:

- Lo sviluppo del bambino da 0 a 3 anni;

- Da 3 a 6 anni;

- Da 6 a 11 anni

- Da 11 alla fase puberale.

Infine tratteremmo un metodo che è stato sperimentato con grande successo ovvero il Metodo Gordon. Gordon ha come finalità far diventare la famiglia uno spazio creativo e democratico. Le pratiche educative sono basate sul rispetto, l’ascolto e la collaborazione nella soluzione dei conflitti.

I consigli di Gordon possono essere così riassunti:

- Imparare decodificare il comportamento del figlio per individuare cosa lo disturba;

- Aiutare i figli a sviluppare gradualmente la propria autonomia e capacità di risolvere i problemi;

- Rimanere autentici nei confronti dei figli e non avere paura di mostrare la propria umanità e i propri sentimenti;

- Rispettare la personalità dei figli in modo che essi possano sentirsi importanti e, quindi, sviluppare le proprie sicurezze;

- Evitare le dodici risposte tipiche dei genitori come dare ordini, minacciare, fare prediche, consigliare, insegnare, giudicare, elogiare, ridicolizzare, interpretare, rassicurare, inquisire, minimizzare;

Al fine di raggiungere questi risultati il metodo Gordon da grande importanza all’ascolto definendo e invitando i genitori:

1. All’ascolto passivo nel quale ci si astiene dal parlare ma, attraverso il linguaggio non verbale, si comunica all’altro il piacere di starlo ad ascoltare;

2. Essere accoglienti e incoraggianti con frasi del tipo “capisco”, “davvero”, “ma guarda” che permettono al figlio di esporre liberamente i propri problemi e le sue sensazioni;

3. Mostrare il piacere di ascoltare con frasi del tipo “raccontami com’è andata”, ”parla pure ti sto ascoltando”, “dimmi cosa pensi di questa cosa”.

Essere genitori è naturale, diventare genitori è un compito che ci viene affidato dalle generazioni precedenti e corrisponde con la storia dell’uomo, fare i genitori ci mette di fronte a tante ansie, preoccupazioni, sensi di colpa, senso di inadeguatezza, rabbia, etc. Queste sensazioni e sentimenti ci mettono in confusione, ci rendono insicuri e, di conseguenza, è impossibile non trasmettere ai figli tante ansie e insicurezze come un cane che continua a mordersi la coda. Obiettivo del corso è di alleviare tutte queste preoccupazione e ansie in modo da avere genitori fiduciosi e sicuri e, quindi, figli speranzosi. La vita è un dono che basa la sua esistenza su un triangolo sacro: donare, ricevere, ricambiare. Se sono in grado di donare, i figli riceveranno con piacere e saranno pronti a ricambiare. Noi dobbiamo essere pronti a donare avendo sempre la fiducia di poter essere ricambiati.

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