Hata Yoga

Pensando alla salute...,
non più come essenza di malattia, ma come forma di Benessere Psicofisico si è formata una comunità di specialisti che lavora in sinergia con l’ambizioso obiettivo di:
- migliorare la qualità della vita
- potenziare le risorse umane
- convogliare le energie creative
investire nella salute e nel Benessere Globale Vivere in base all’essere non all’avere
Non più sfruttamento ma rispetto
Dalla civiltà dei consumi alla civiltà dell’essere
La leggerezza come rimedio al narcisismo
Nella libertà emozionale
Nella empatia al mondo emozionale dell’altro
Nell’imparare a lavorare NO PROFIT
Nel rispetto dell’ecosistema
Nell’essere protagonista e non spettatore
La pratica dello hata yoga tende al raggiungimento dell'equilibrio psico-fisico, di una maggiore consapevolezza dei nostri processi vitali, fisiologici e, più in generale, del nostro corpo in ogni sua parte. la principale tecnica usata dall' hatha yoga è quella delle asana, ovvero l'assunzione di posizioni che migliorano la postura.

La pratica dello hatha yoga tende al raggiungimento dell'equilibrio psico-fisico, di una maggiore consapevolezza dei nostri processi vitali, fisiologici e, più in generale, del nostro corpo in ogni sua parte. la principale tecnica usata dall' hatha yoga è quella delle asana, ovvero l'assunzione di posizioni che migliorano la postura.

• Vivere in base all’essere non all’avere
• Non più sfruttamento ma rispetto
• Dalla civiltà dei consumi alla civiltà dell’essere
• La leggerezza come rimedio al narcisismo
• Nella libertà emozionale
• Nella empatia al mondo emozionale dell’altro
• Nell’imparare a lavorare NO PROFIT
• Nel rispetto dell’ecosistema
• Nell’essere protagonista e non spettatore

Pensieri ZEN œ 127
Koko: sublimità austera, elevata asciuttezza, dignità.
Nasce come l‘espressione di chi ha superato e messo da parte definitivamente le azioni a metà, peculiari dell‘immaturità dell‘età giovanile, è la forza del continuare, nonostante le difficoltà; così il nocciolo si presenta
ompletamente spoglio.

Si tratta di una bellezza energica, inaccessibile, grave; come quella di un pino che ha retto per lunghi anni vento e neve e così ha potuto superare la sua giovanile immaturità e debolezza.
Le sue foglie sono salde, i suoi rami affilati e il suo tronco è spesso scavato.
Da queste cavità parla di un‘inviolabile dignità.
Questa bellezza grave, mai riscontrabile in ciò che è nuovo e giovane, deriva dalla peculiarità dello Zen, che può essere indicata con le espressioni ”denudato di tutta la pelle‘ o ”una severità inattaccabile‘.
Barbieri Matteo, Bergaglia Massimo, L‘architettura del conflitto œ una via non confortevole alla
progettazione: il caso del Monastero Zen Fudenji, op. cit., pag.130.
Hisamatsu Shin‘chi Hoseki, Arte e opera d‘arte nel Buddhismo Zen, op. cit.