Al giorno d’oggi l’aumento dell’utilizzo delle risorse digitali per l’ottimizzazione dei flussi di lavoro è in aumento in tutti gli ambiti lavorativi, una crescita talmente veloce che è richiesto un costante aggiornamento delle competenze per poter cogliere l’opportunità offerta dalla tecnologia di miglioramento concreto di produttività, tempi e performance.

Uno dei settori maggiormente coinvolti in questa trasformazione è quello sanitario, che specie negli ultimi anni, ha sfruttato risorse innovative sia per la ricerca, sia per l’erogazione dei servizi di cura ai pazienti.

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L’ingresso nel mondo digitale da parte del settore sanitario ha comportato anche una mutazione nella formazione per tutti i professionisti che sono a vario titolo coinvolti nella sanità: dai medici agli infermieri, dagli assistenti alla persona agli inservienti, fino alle segreterie amministrative delle aziende pubbliche e private e di studi medici. Tutti questi specialisti sono da sempre caratterizzati da una forte empatia e naturale propensione al lavoro assistenziale, oggi viene richiesta loro una competenza diversa che permette di coniugare la routine lavorativa con le moderne tecnologie e, nel caso specifico della figura di segretaria di studio medico, di saper essere il giusto tramite tra medico e paziente con una spinta ulteriore che può tradursi in un modo nuovo di ricoprire questo ruolo; vale a dire riuscendo a gestire i suoi compiti in chiave 4.0.

Questo scenario ormai più che attuale tocca molteplici aspetti delle più tradizionali mansioni e attività di una figura di questo tipo, che si trova dunque a dover gestire molto di più di quello che faceva fino a neanche dieci anni fa. Rientra tra le mansioni di una moderna segretaria di studio medico anche la gestione dei servizi digitali di uno studio medico e, più in generale, ai vari sistemi di comunicazione di cui, oggigiorno, ci si avvale con sempre maggiore frequenza, dalle e-mail alla messaggistica su varie piattaforme fino al social. Ecco dunque che oggi la figura della Segretaria di Studio Medico deve necessariamente anch’essa diventare 4.0.

Un Paese sempre più digitalizzato

In un recente studio Eurispes che ha analizzato il documento governativo “Strategia per la crescita digitale 2014-2020” viene sottolineato come la sanità digitale sia tra gli obbiettivi principali per una efficiente strategia legata all’innovazione a livello nazionale, in grado di snellire in particolare il dialogo tra regioni. Al di là delle conseguenze legate alla pandemia corrente, che ha senza dubbio velocizzato alcune pratiche in chiave digitale, si registra la presenza di ben 12 milioni di assistiti dotati di un Fascicolo Sanitario Elettronico (F.S.E).  Non stupisce il dato, se comparato con con altri dati che sono correlati con l’evoluzione digitale e cioè l’utilizzo sempre più ampio dell’universo social. Riguardo a ciò, dal Report Digital 2019 di We Are Social e HootSuite emerge che, nel giro di un solo anno, gli utenti di piattaforme social siano aumentati del 2,9% che, in valore assoluto, si traduce in 35 milioni di persone attive di cui 31 milioni connessi da mobile. Il tempo trascorso sul social è mediamente di due ore al giorno e le fasce di età sono varie e tali da cogliere molteplici interessi nonché necessità che toccano anche quello legato alla medicina, all’assistenza e alla salute più in generale. Nello specifico: con riferimento all’età dell’utenza, all’interno dell’ecosistema Facebook (che è di fatto uno dei primissimi social utilizzati a livello mondiale), la fascia d’età 25-34 è quella predominante, seguita dalla fascia 35-44 anni e da quella 45-54 anni.

La salute per gli italiani e proiezioni lavorative future

Un’altra indagine statistica condotta da Eurispes evidenzia come la salute sia una priorità assoluta soprattutto per gli italiani che la collocano al primo posto nella classifica dei valori seguita da istruzione e onestà (indipendenza, ideali e famiglia occupano gli altri posti a seguire). Un dato rilevante anche e soprattutto in proiezione occupazionale: da recenti indagini condotte da Adecco, Unioncamere, Anpal, Excelsior emerge che il 14% della domanda di nuovi professionisti arriverà proprio dall’ambito relativo alla cura e alla salute e della persona e che fino al 2023 saranno ben 400mila inuovi posti nel settore della sanità e dell’assistenza sociale. Ciò è evidentemente accentuato anche dalla situazione attuale che si sta vivendo per l’emergenza Covid-19, ma è innegabile che i tempi stiano cambiando velocemente e che il processo, già avviato negli anni precedenti, abbia probabilmente subito una spinta ulteriore a conferma di una necessità, in un certo senso, fisiologica. In un’epoca che, più di ogni altra, muta velocemente è fondamentale, quindi, cogliere il cambiamento e trasformarlo in una ulteriore opportunità di crescita personale e con la consapevolezza che la tecnologia e il digitale, di fatto, non sono solo una realtà con cui convivere necessariamente ma un mezzo per facilitare, in maniera più che ottimale, la fruizione di servizi e l’esercizio delle professionalità di ognuno.

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