Programma
Il curriculum promuove l’acquisizione, la comprensione e la capacità di sviluppo originale dell’approccio di politiche allo studio delle politiche urbane e territoriali e del “processo di piano”. Tale approccio è caratterizzato, sul piano analitico, dall’attenzione a:
- la costruzione sociale e interattiva dei piani e delle politiche (diversi attori si mobilitano e/o sono coinvolti nella definizione dei problemi, nella progettazione e nell'implementazione delle politiche);
- il problema dell’azione (le motivazioni dei soggetti ad agire e gli esiti delle azioni, attesi e non; le reti di interazione tra soggetti; le interdipendenze tra soggetti, e tra effetti; le condizioni per l’azione congiunta), individuando a tal fine contributi (modelli e teorie) da più campi disciplinari (sociologia, antropologia, scienze politiche, storia, economia …);
- l’osservazione delle pratiche concrete e delle attività di pianificazione, tenendo conto di tutti i soggetti intervenienti e assumendo criticamente la questione delle competenze di pianificazione (disciplinari e istituzionali, ma non solo) in una scena affollata di soggetti sociali e di azione pubblica plurale;
- i meccanismi di produzione di conoscenza utile per l’azione, i processi di apprendimento;
- il “tempo logico” e il “tempo storico” del processo di piano.
Il curriculum promuove inoltre un approccio comparativo che coniughi le specificità e la complessità delle evoluzioni delle politiche pubbliche per il territorio, alle diverse scale e nel quadro delle trasformazioni sociali ed economiche globali.
Il curriculum si propone i seguenti temi di approfondimento e di ricerca:
- la teoria e la pratica della progettazione, costruzione e implementazione delle politiche pubbliche e dei piani, con riferimento alle relazioni pubblico-privato, a varie scale e in vari ambiti (rigenerazione urbana, riuso del patrimonio; sviluppo locale, rurale; sicurezza urbana; cambiamento climatico e interventi di mitigazione; pianificazione per la sostenibilità ambientale; ricostruzione post-catastrofe; gestione delle risorse ambientali, del paesaggio; pianificazione dei grandi eventi; integrazione, interculturalità, welfare urbano; nuove migrazioni e città; programmi nazionali di politiche urbane, abitative; etc.);
- l’azione partecipata a scala locale nei processi di pianificazione territoriale e di costruzione di politiche;
- il trattamento dei conflitti territoriali nelle politiche urbane;
- le pratiche d'uso e di costruzione del territorio, e la loro regolazione nell'ambito di politiche di settore;
- i processi di produzione dei beni comuni urbani, territoriali, ambientali;
- creatività istituzionale e strumenti di governo, di pianificazione di nuovi statuti pubblici del territorio;
- metodologia della pianificazione e indagine sociale sullo spazio; le metodologie di ricerca (survey, case-study, analisi qualitative e quantitative) più appropriate per la comprensione, la rappresentazione e la restituzione delle questioni su elencate.
Il curriculum prevede ogni anno cicli di seminari e moduli, tenuti da docenti del consiglio e studiosi di altri atenei, anche in collaborazione con centri di ricerca e programmi di dottorato nazionali e internazionali.
Le attività proposte nel primo anno sono finalizzate all’acquisizione di una ‘cassetta degli attrezzi’ per lo studio teorico e empirico del policy process, per l’analisi dei processi di pianificazione territoriale e la comprensione delle dinamiche di cambiamento urbano. Parallelamente, si svolgono attività di ricerca che coinvolgono i dottorandi, in modo strutturato, anche per l’acquisizione di metodi e tecniche di indagine, quantitative e qualitative; sul piano della metodologia, viene data rilevanza all’analisi di caso (single case study, comparative case analysis). La frequenza è obbligatoria per i dottorandi del I anno ed è incoraggiata l’attiva partecipazione di tutti i candidati. Per il passaggio al secondo anno è prevista l’elaborazione di un saggio bibliografico, su di un tema a scelta, il report di un’attività di ricerca svolta in un contesto territoriale identificato nel corso dell’anno, la definizione del tema di ricerca per la tesi di dottorato e dell’articolazione delle attività individuali, previste per il secondo anno.
Nel primo anno, il dottorato prevede di norma sessioni di due/quattro giorni ogni quindici, per dieci mesi; altre giornate sono destinate a incontri plenari e ad attività di tutoraggio individuale (per un totale di circa 400 ore, complessivamente). Si può valutare che il candidato impieghi come minimo un tempo pari a circa il triplo delle ore destinate alle sessioni plenarie a Venezia, per attività di studio e ricerca bibliografica individuale (circa 110 ore, per 10 mesi).
Nel corso del secondo anno, i candidati, supportati dai tutors, sono impegnati principalmente nella definizione del proprio progetto di tesi e nella ricerca su campo, che preferibilmente implica periodi di soggiorno all’estero. I dottorandi possono seguire i seminari relativi al ciclo di curriculum successivo, per i periodi in cui non sono all’estero; sono invitati a riferire periodicamente degli stati di avanzamento della propria ricerca, in appositi seminari. Per il passaggio al terzo anno sono richiesti i report delle analisi teoriche e empiriche svolte nel corso dell’anno, la stesura di almeno un paper da presentare a un convegno e/o di un articolo da sottoporre ad una rivista specializzata per la pubblicazione.
Il terzo anno è dedicato alla scrittura della tesi e agli approfondimenti, teorici e empirici, che si rendono necessari, con incontri periodici di revisione e discussione. È fortemente incoraggiata la presentazione di papers a convegni e la pubblicazione di articoli scientifici.