Training in consulenza e Terapia sessuale

A chi appartiene la sessualità? O a chi appartiene il disturbo sessuale? Chi ha la sessualità? Chi ha il disturbo? La coppia? L’individuo? La relazione? Possiamo ritenere che tutte queste tre risposte siano corrette?

Rifacendoci sempre alla prospettiva sistemica e socio-costruzionista, la sessualità, il comportamento sessuale ed il disturbo sono epifenomeni in un contesto.

Considerando la sessualità come un epifenomeno, si può pensare ad essa come espressione, che pur individuandosi nel singolo, si genera e appartiene ad un sistema e ad un contesto.

Quando si presenta un paziente, è come se portasse un puzzle, i cui pezzi sono quello che ci racconta, quello che ha e che non gli piace, portando una richiesta e, spesso, portando anche una valutazione su un suo sentimento o su una problematica che viene connotata negativamente.

Che senso ha questo puzzle? Come si è co-generato? Componendosi su vari livelli: relazionale, comportamentale, di attribuzione di significato, dalle emozioni, dalle storie familiari e, di conseguenza, da tutti quei livelli gerarchici dove si gioca a capire qual’è il contesto e qual’è il contenuto. Che non sono elementi la cui posizione è data una volta per tutte, ma sono elementi che ci sono dati per esplorare come, nella gerarchizzazione di livelli e contesti, si è co-generato il problema. Pezzi del puzzle che ci servono per andare ad individuare come si è generato il senso di questo problema.

Nel nostro approccio ai “disturbi portati dai corpi” ciò che è centrale e ciò che si cerca, dunque, sono i pattern che connettono mente e corpo, e che ci permettono di superare la dicotomia tradizionalmente associata ad essi.

È partendo da queste questioni che si sviluppa il percorso di Training in Consulenza e Terapia Sessuale.