Christian Bobin, noto scrittore francese scrisse: “Ciò che non può danzare sul bordo delle labbra va a urlare in fondo all’anima”, parole eleganti per descrivere un fenomeno che noi tutti abbiamo vissuto almeno una volta nella vita. 

Vogliamo sottoporvi una domanda un po’ marzulliana, ma che racchiude tra le sue parole un grande insegnamento: viviamo male perché stiamo male o stiamo male perché viviamo male?

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Un mondo caotico e rumoroso come quello a cui siamo abituati, spesso ci induce a porre attenzione sugli stimoli esterni senza preoccuparci né porre attenzione agli stimoli che il nostro corpo ci comunica in silenzio. Corpo e mente, un connubio indissolubile che si influenza in un continuo scambio di emozioni e segnali.

Così succede che, quando le parole non riescono ad esprimere un disagio e quando i contenuti della nostra psiche non trovano spazio per l’elaborazione, allora interviene con tutta la sua complessità e irruenza il corpo.

La medicina ha de lungo tempo abbracciato l’idea secondo cui il benessere fisico sia in larga parte influenzato da sentimenti ed emozioni e che, a loro volta, questi ultimi abbiano una certa ripercussione sul corpo. Il vecchio concetto di malattia che collegava a ogni sintomo una serie di cause organiche, ha ormai fatto spazio a una visione più globale e multifattoriale secondo la quale ogni evento (e quindi anche un’affezione organica) è la conseguenza dell’unione di molti fattori, tra i quali sta assumendo sempre maggior importanza il fattore psicologico. Si ipotizza, inoltre, che quest’ultimo, a seconda della sua natura, possa agire favorendo l’insorgere di una malattia, o al contrario favorendone la guarigione.

Sebbene a prima lettura il legame mente corpo possa apparire chiaro e lineare, non bisogna lasciarsi ingannare, dato che spesso la dimensione inconscia si manifesta in maniera simbolica e complessa, oltre che in maniera del tutto soggettiva. Posta in questi termini, appare chiaro come la malattia si configuri spesso come l’espressione esteriore di un conflitto tra il corpo e lo spirito.

Sappiamo inoltre, che esistono alcuni organi particolarmente predisposti ad essere influenzati dalla psiche e che proprio per questo motivo sono soprannominati organi “bersaglio”: pelle, intestino, apparato digerente e respiratorio meritano una visione psicodinamica particolarmente attenta.

Facendo alcuni semplici parallelismi vedremo come a volte con il raffreddore il naso “cola” quando il corpo non piange, il mal di gola “tampona” quando non è possibile comunicare le afflizioni.  Lo stomaco “arde” quando le rabbie non riescono ad uscire. Il diabete “invade” quando la solitudine duole. Il corpo “ingrassa” quando l’insoddisfazione stringe. Il mal di testa “esplode” quando i dubbi aumentano. Il petto “stringe” quando l’orgoglio schiavizza.  Il cuore “allenta” quando il senso della vita sembra finire. La pressione “sale” quando la paura imprigiona. Le nevrosi “paralizza” quando il bambino interno tiranneggia. La febbre “scalda” quando le difese sfruttano le frontiere dell’immunità. Le ginocchia “dolgono” quando il tuo orgoglio non si piega. Il cancro “ammazza” quando ti stanchi di vivere. Ed i tuoi dolori silenziosi? Come parlano nel tuo corpo? 

La malattia è un campanello d’allarme, il tuo corpo cerca di comunicarti che stai sbagliando cammino. Il dolore fisico, emotivo, mentale e spirituale sono tutti segni che ci avvertono che ci stiamo lentamente allontanando da noi stessi o che siamo entrati in contatto con situazioni scomode che ci provocano disagio.

È estremamente importante assicurare l’equilibrio tra il sistema nervoso centrale (emotività volontaria e riflessa, equilibrio e automatismi di difesa), le funzioni psichiche (pensiero, memoria, riflessione e intelletto) e quelle endocrine. 

Possiamo affermare, dunque che la salute psicofisica consiste in un corretto bilanciamento della persona nella sua totalità e in perfetta armonia con una realtà che necessariamente risulta priva di qualunque conflitto.

Non dobbiamo avere paura dei segnali che ci invia il nostro corpo, ma piuttosto dobbiamo essere in grado di ascoltarli e accoglierli per poter recuperare fiducia e stima in noi stessi, bisogno di credere alle nostre potenzialità alle nostre capacità e ritrovare il nostro equilibrio psicofisico, possibilmente con un percorso naturopatico.

La psicosomatica

Il termine “psicosomatico” venne utilizzato per la prima volta nel 1818 da Heinroth, sebbene si tratti di un concetto già presente nellasin dall’antichità. Fu solo a fine del 1800 che lo psicoanalista statunitense Alexander ideò la medicina psicosomatica, sostenendo che ogni stato emotivo ha la sua sindrome fisiologica.

La Psicosomatica è la disciplina che studia i legami tra i fattori psicologici (Psiche) e quelli fisiologici (Soma): nell’originare, mantenere o guarire da un disturbo considera la persona umana come una unità indivisibile in cui il problema si manifesta a livello organico come sintomo e a livello psicologico come disagio. 

La psicosomatica presta attenzione, quindi, non solo alla manifestazione fisiologica della malattia, ma anche all’aspetto emotivo che l’accompagna, soma e psiche esprimono la stessa realtà su piani diversi: uno più sottile (mentale, psichico e talora anche spirituale) e uno più materiale (corporeo).

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