Dal 12 gennaio 2023 è in vigore il Regolamento UE 66/23 che modifica l’elenco di prodotti considerati dual use e, dunque, sottoposti a restrizione. Si tratta di un aggiornamento periodico che riguarda le merci, considerate a uso civile, che potrebbero avere anche applicazioni militari. Pertanto, la loro esportazione verso determinati Paesi è soggetta a particolari autorizzazioni e, talvolta, persino vietata per motivi di sicurezza.

Sono un migliaio i prodotti classificati come dual use, generalmente sono caratterizzati da un alto livello tecnologico e comprendono anche i software. Giusto per fare qualche esempio: valvole, pompe, calcolatori, materiali elettronici, sensori e laser, materiale avionico, navale, aerospaziale, macchinari, veicoli, sostanze chimiche, metalli, impianti elettrici e altro ancora.

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Le aziende che gestiscono merci di questo tipo devono effettuare opportune verifiche per capire se rientrano effettivamente tra i dual use e, in tal caso, a quali restrizioni sono soggette. La normativa prevede dieci categorie di controllo:

  • Materiali nucleari, impianti e apparecchiature
  • Materiali speciali e relative apparecchiature
  • Trattamento e lavorazione dei materiali
  • Materiali elettronici
  • Calcolatori
  • Telecomunicazioni e sicurezza dell’informazione
  • Sensori e laser
  • Materiale avionico e di navigazione
  • Materiale navale
  • Materiale aerospaziale e propulsione

Se un prodotto è considerato dual use non significa automaticamente che non possa essere esportato in un determinato Paese, diventa però necessario predisporre apposite autorizzazioni prima dell’invio. L’esportazione viene, invece, tassativamente negata in caso di embargo o sanzioni internazionali, come previsto per esempio nei confronti di Russia e Bielorussia in virtù del conflitto attuale in Ucraina.

Per le aziende è molto importante conoscere la normativa che riguarda i beni dual use, sia per svolgere nel modo corretto tutti gli adempimenti obbligatori richiesti dalle autorità doganali sia per evitare il rischio di subire sanzioni. Tali prodotti, infatti, sono sottoposti a restrizioni per motivi di sicurezza e, in caso di violazione, sono previste multe da 25.000 a 250.000 euro e persino la reclusione da due a sei anni.

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