Letteratura, filosofia, storia, arte, linguistica… Arti che accompagnano l’umanità dai tempi più antichi e che appassionano tantissimi di noi. Spesso però le facoltà umanistiche vengono sconsigliate all’università perchè poco spendibili a livello lavorativo. Perché intraprendere studi umanistici quindi? In questo articolo proveremo a dare una risposta e a dimostrare che anche le facoltà umanistiche non sono solo affascinanti ma possono anche dare un futuro soddisfacente nel mondo del lavoro.

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Secondo la definizione del vocabolario Treccani le discipline umanistiche sono “quelle discipline che hanno per oggetto la conoscenza dell’uomo, del suo pensiero, della sua attività spirituale e del suo comportamento attraverso i tempi”. Spesso un giovane appassionato di letteratura, arte o filosofia viene invitato da parenti e amici a mettere da parte queste sue passioni per studi che permettono senza dubbio di trovare poi un lavoro. Tuttavia esistono moltissime motivazioni che giustificano gli studi umanistici in ambito universitario, oltre alla passione personale e al fatto che studiare ciò che più ci piace può farci davvero felici. Approfondire i propri studi in ambito umanistico permette di:

  • ottenere abilità di ragionamento analitico che possono essere utili in ogni ambito lavorativo
  • sviluppare competenze nell’espressione e nella comunicazione orale e scritta
  • essere capace di creare connessioni tra diversi ambiti, abilità indispensabile nei progetti interdisciplinari che possono presentarsi in ogni tipo di impiego
  • avere una visione globale che si sviluppa grazie allo studio di diverse culture e diverse epoche storiche
  • Relazionarsi e comprendere le altre culture e il punto di vista degli altri
  • Relazionarsi, comprendere e analizzare con pensiero critico i grandi classici della letteratura, i pensieri dei grandi filosofi e le grandi opere d’arte

 

Queste sono solo alcune delle ragioni più interessanti che possono giustificare una vita intera dedicata agli studi umanistici. Ma come detto il problema si pone nel momento di entrare nel mondo del lavoro, perché bisogna ammettere che le facoltà umanistiche non sono certo quelle che forniscono maggiori possibilità lavorative. Accanto alle macroaree umanistiche classiche come lo studio della letteratura e l’analisi dei testi letterari, il mondo editoriale e del giornalismo, la filosofia e la storie, la gestione del patrimonio artistico, ecc. in questi anni sono nate proposte che uniscono gli studi umanistici al mondo digitale. Questo si sta sviluppando sempre di più e potrebbe essere la soluzione lavorativa perfetta per tutti gli studiosi di ambiti umanistici. Si parla infatti di informatica umanistica (o digital humanities) che nasce dall’unione dei sistemi multimediali alle discipline umanistiche, in ambiti di ricerca, analisi testuale, gestione delle risorse bibliografiche, rappresentazione dei dati ma non solo. L’informatica umanistica è una disciplina ancora in via di sviluppo che può riferirsi a tutti gli ambiti umanistici, dalla linguistica alla critica letteraria, dall’arte alla storia fino alla filologia e l’archeologia. Il digitale è dunque il futuro anche in ambito umanistico, chissà che nuovi sviluppi tecnologici non daranno nuovo impulso alle discipline umanistiche che continuano ad appassionare moltissimi di noi.

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