Difficile fare delle previsioni su come e quanto cambierà la nostra società nel post Coronavirus. Le tracce lasciate dalla pandemia nella nostra società sono probabilmente indelebili, basti pensare all’attuale situazione nel mondo del lavoro, partendo dalle società che vendono servizi ai commercianti al dettaglio, per finire al mondo dell’istruzione. Proprio quest’ultimo sta affrontando cambiamenti che si possono definire epocali.

La scuola e l’Università Italiana, da sempre abituata a metodi di insegnamento frontali e in presenza si è ritrovata a dover accogliere l’annosa sfida del digitale in poco più di una settimana.Cosa è cambiato? Innanzi tutto la formazione si è trasferita quasi completamente sulle piattaforme online, fruibili direttamente da casa e attraverso i computer. Il primo cambiamento radicale è quello di dover inserire in un contesto intimo e casalingo una realtà che fino ad ora era stata caratterizzata dalla sua collettività.

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Le regole di distanziamento sociale ci faranno rivedere il concetto stesso di collettività, favorendo senza dubbio forme di connessione telematica. Diventa importante, dunque, adeguarsi alle normative e affrontare questo cambiamento. I protagonisti sono insegnanti, ragazzi, bambini e anche genitori. Come si sta riorganizzando la scuola nell’era del distanziamento sociale? Quali sono gli scenari per il futuro? Cosa cambierà nell’ambito della formazione professionale? Scopriamolo insieme.

Il cambiamento parte dal basso

Il primo ostacolo a cui è andata incontro la nuova scuola è il divario presente tra i nativi digitali (gli studenti) e i docenti che si sono dovuti misurare con una serie di strumenti innovativi, passando essi stessi per un percorso di formazione rilevante. Infatti, se per i nativi digitali non ci sono particolari problemi ad affrontare il cambiamento, quelli che stanno soffrendo di più sono proprio gli insegnanti che devono approcciarsi al mondo digitale.

L’ambiente di lavoro per il corpo docente ha subito un cambiamento radicale, cambia il modo di relazionarsi con lo studente, con i colleghi e anche con i programmi di studio da portare avanti. A fornire gli strumenti educativi adatti per l’e-learning è il colosso Google. Sono noti, ormai, Classroom e HangoutsMeet, validi mezzi per seguire le lezioni in diretta. Grazie a questi è possibile condividere link, immagini, video e intervenire durante la lezione. Sono intuitivi e, quindi, acquisire praticità non è difficile.

Ma come si mantengono i rapporti lavorativi e di confronto? Grazie alle community. Questi non sono solo mezzi di piacere ma diventano strumenti di lavoro. Quindi Whatsapp o Telegram, acquisiscono maggiore importanza dal punto di vista comunicativo. Mentre le lezioni frontali si svolgono su Skype o Zoom, come funziona per i gruppi di lavoro? Si riuniscono ancora? Certo, però, si spostano su altre piattaforme disponibili gratuitamente. Quindi chiunque lo voglia potrà attivare diverse forme di formazione a distanza cucite su misura.

Ad oggi non esiste ancora nessuna certezza sulla possibilità di tornare a riempire le aule delle nostre scuole, sarà quindi un’estate all’insegna della preparazione per gli insegnanti che dovranno ripartire a Settembre rinnovati. Una possibilità non troppo remota potrebbe essere, ad esempio quella di utilizzare app di stampo educativo basate sulla realtà virtuale. In questo modo sarebbe possibile ampliare e potenziare la propria esperienza di studio. Probabilmente si farà ricorso anche a strumenti che permettono la simulazione digitale adatta per lo studio della biologia, chimica e fisica. Un metodo che cambia anche la concezione di una certa materia e di cui, forse, alcuni studenti potrebbero anche innamorarsi.

La didattica capovolta

Una seconda trasformazione epocale riguarda il tradizionale flusso informativo, che prevedeva lo scambio verbale tra docente e studente. Sebbene continui ad esserci anche nella didattica online, i ritmi sono, per forza di cose, differenti. L’interazione diventa fondamentale per mantenere alti i livelli di attenzione e per fare sì che i temi affrontati vengano compresi appieno. Vi è, inoltre, la possibilità di consultare online fonti pertinenti alla materia. Quindi vi è maggiore libertà di interpretazione di un testo o di un certo argomento utile alla propria formazione professionale.

L’insegnante, come per le lezioni offline avrà il compito di supportare lo studente nella ricerca delle fonti e nell’uso cosciente delle informazioni reperibili in rete. Parliamo di un sistema rivoluzionario, in direzione di una digitalizzazione che il nostro Paese si trova ad inseguire con difficoltà. Tale metodo di insegnamento sta diventando sempre più utilizzato e, complice l’emergenza Coronavirus, non è più solo una remota opportunità ma è ormai realtà.

La formazione professionale a distanza

Chiarito il possibile quadro della scuola 2.0, è bene fare il punto anche per quello che concerne la formazione professionale. Se, da una parte, molti si sono orientati verso i corsi online, altri, invece, preferiscono lezioni frontali in presenza. Ma cosa succede con la pandemia in corso? Quali sono le perplessità dell’utente di questo tipo di formazione?

L’insegnamento a distanza può rappresentare uno strumento assolutamente valido per raggiungere i propri obiettivi obiettivi professionali, direttamente da casa e senza ulteriori sforzi. Il livello di preparazione e l’attestato finale che verrà rilasciato dall’ente, ha la stessa validità di un corso in presenza della stessa tipologia. Quindi, nella sostanza, cambia poco e allora è bene orientarsi verso corsi online che garantiscano un insegnamento adatto alle esigenze e alla sicurezza, di ogni soggetto, offrendo, inoltre, una flessibilità maggiore, che ben si integra con i ritmi della vita moderna.

Cosa cambierà nel prossimo futuro

Non sarà solo l’istruzione a cambiare, ma anche e soprattutto la concezione stessa del tempo, la sua gestione, i rapporti tra studenti, i modi di studiare e di insegnare. Per tutti questi motivi il computer acquista sempre maggiore importanza ed è lo strumento adatto per poter apprendere ma anche insegnare.

Il computer passa da essere strumento di svago e di lavoro anche mezzo di relazione tra le persone, un supporto aggiuntivo che può farci superare gli ostacoli posti dal coronavirus. Se tutto ciò va considerato come un’evoluzione del nuovo sistema formativo, cosa ci aspetta in futuro? È possibile ritornare alla normalità dopo questo salto in avanti? Questo non lo sappiamo ma, ad oggi, è necessario provarci e cercare di innovarsi nel modo più corretto possibile e lasciare spazio anche alla propria immaginazione.

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