hDMT si conferma come consorzio d’avanguardia e eccellenza nella progettazione ingegneristica. Le otto università partner hanno recentemente ottenuto un’importante sovvenzione dal Consiglio olandese della ricerca (NWO) per un totale di 3,4 milioni di euro per la pregettaizione di un microcip che consentirà un’importante riduzione dei test sugli animali.

Il progetto mosso da importanti ricerche ingegneristiche e dagli importantissimi risvolti etici, consentirà di mettere a puntu un sofisticato organo su un microchip e di sviluppare uno standard universale per esso. Da anni hDMT si presenta come realtà d’eccellenza che mette insieme una dozzina di gruppi di ricerca, aziende e istituti di formazione. Uno dei partecipanti al consorzio è proprio la Stichting Proefdiervrij, nota società olandese che da anni si impegna per la sostituzione dei test sugli animali con alternative etiche e più sostenibili.

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Il futuro del progetto di ricerca sarà quello di poter collegare insieme più organi riprodotti in microchip in modo da riuscire a simulare un organo completo reale. Un obiettivo ambizioso che ha spinto il consorzio a investire 1,4 milioni di euro. Il prodotto finale sarà molto utile anche per migliorare le attuali conoscenze in medicina, infatto la simulazione di chip con cellule umane potrà dare nuovo impulso alla ricerca contro il cancro studiando nel dettaglio le metastasi del cancro nel flusso sanguigno. 

Un altro interessante programma è quello portato avnti dai ricercatori di NWO Perspectief, che si stanno concentrando in particolare sullo sviluppo del tessuto cicatriziale. Con l’aiuto di questi chip gli scienziati potranno testare l’effetto di droghe o cibo al di fuori del corpo umano.

Il consorzio è impegnato non solo nella produzione di questi chip, ma anche nella definizione di uno standard internazionale universale che ne regolamenti la produzione su scala industriale.

Realizzazione dei chip d’organo

I chip d’organo sono generalmente costituiti da una piastra di plastica con micro-canali e camere integrate. Al loro interno sono presenti dei tessuti complessi formati da cellule umane che crescono in un ambiente che imita il corpo umano, sebbene sia appena visibile a occhio nudo.

Le cellule vengono mantenute in vita attraverso la somminitrazione di un liquido che fornisce loro i nutrienti essenziali. Una pompa si occupa dell’alimentazione e della rimozione delle produzioni di scarto. Inoltre il chip è dotato di microsensori in grado di monitorare la risposta delle cellule, mentre gli attuatori effettuano regolazioni che includono differenze di pressione, forza meccanica, livello di ossigeno o portata.

Grazie a questa tecnologia d’avanguardia i ricercatori sono in grado di osservare le reazioni dei i tessuti a un determinato medicinale, un alimento o un prodotto cosmetico. Il chip è realizzato con dimensioni minuscole, in modo da poter essere inserito perfettamente sotto un microscopio ottico con il quale monitorare in tempo reale l’avanzamento del progetto.

Standard universale

Ad oggi la produzione di questi chip d’organo non è stata ancora regolamentata con uno standard universale. Sul mercato esistono diversi modelli di chip con design, dimensioni e materiali diversi. Questo li rendo difficili da implementare all’interno della produzione farmaceutica.

Il consorzio olandese organ-on-chip hDMT si pone come obiettivo proprio quello di cambiare le regole di questo mercato, coinvolgendo 21 aziende, tre istituti di formazione e due fondazioni. Sotto la guida di Jaap den Toonder, professore di microsistemi presso l’Università di tecnologia di Eindhoven (TU / e), hanno in programma di sviluppare una piattaforma standardizzata e modulare per organo su chip: “SMART Organ-on-Chip”.

Il processo seguito dai ricercatori è qullo di costruire una piastra “docking” di dimensioni standard, che possa contenere i canali del fluido e l’elettronica.

Test sugli animali

Den Toonder ha dichiarato: “Collegando diversi modelli di organo su chip, saremo finalmente in grado di simulare le interazioni tra organi. Il nostro obiettivo è quello di ricostruire un intero corpo su un chip, che potrà essere usato, innanzitutto per studiare l’effetto di una nuova medicina su tutti gli organi. Ad esempio, puoi vedere contemporaneamente se il fegato non riesce a scomporre il farmaco, se gli intestini sono danneggiati o meno durante il processo e se si verificano problemi cardiaci”.

Per l’industria farmaceutica il test su organi chip costituirebbe una vera e propria rivoluzione, perchè permetterebbe una diversa sperimentazione del farmaco, con un notevole risparmio in termini di tempo e denaro. Si aprirebbero nuovi orizzonti di creazione di farmaci su misura per un particolare paziente. Inoltre i test per individuare eventuali effetti collaterali dei cosmetici e farmaci potrebbero essere riprodotti sui chip riducendo significativamente i test sugli animali.

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