Le biotecnologie e l’ingegneria biomedica ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, un settore che ha registrato un forte sviluppo, con notevoli risultati nella qualità della vita dei pazienti è quello delle protesi d’anca.

Un esempio virtuoso proviene dall’Ospedale di Ferrara, dove è possibile richiedere una protesi d’anca ‘personalizzata’. Secondo quanto riportato dall’agenzia di informazione ANSA, in questa struttura sanitaria è già stata realizzata e impiantate su una paziente settantenne, una protesi costruita grazie all’ausilio di un modello stampato in 3D.

Una delle cause più comuni di ricorso ad interventi di protesi è l’osteoartrosi, un tipo di patologia cronica articolare con prevalenza maggiore nella popolazione.

Solo nel 2016, Il RIAP (Registro Italiano Artroprotesi) ha registrato circa 160.000 interventi di protesi d’anca. Facendo un calcolo in percentuale, gli interventi di protesi d’anca incidono, da soli, per circa il 10% della spesa totale per tutti i dispositivi medici.

Cosa fare dopo l’intervento?

Una volta concluso l’intervento e il periodo di convalescenza, la riabilitazione post-chirurgica gioca un ruolo chiave nel percorso di cura del paziente.

In particolare, la fisioterapia è considerata il gold standard per il recupero della indipendenza funzionale e per il ritorno al lavoro e alle attività di vita quotidiana. 

Sebbene l’importanza del percorso di riabilitazione fisioterapica sia sostenuto da un gran quantitativo di dati scientifici, le evidenze circa la riabilitazione post-chirurgica di protesi d’anca non sono state ancora incorporate pienamente in linee guida o raccomandazioni di comportamento pratico.

Questa assenza di linee guida determina una mancanza di guida professionale che si accompagna a una grande variabilità nel processo di presa in carico del paziente (intensità, frequenza, durata) che incide sugli outcome fisici ed economici.

L’intervento è sempre necessario?

Ci sono diverse condizioni che determinano uno stato di dolore all’anca, alcune tra le cause più comuni possono essere: l’osteoartrosi, la tendinopatia laterale, il recupero dopo protesi di anca e patologie da overuse.

Non sempre è necessario procedere con l’impianto di una protesi, fortunatamente nei casi in cui l’articolazione non sia completamente compromessa è possibile ricorrere al trattamento riabilitativo del Paziente affetto da “anca dolorosa”.

Ogni caso va però valutato dai professionisti sanitari al fine di scegliere un percorso ad hoc per una corretta presa in carico del paziente.

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