Numeri che lasciano a bocca aperta, nel 2020 più di 3.000 tra Medici, Infermieri e Operatori del 118 sono stati vittime di violenze in corsia.

Dalla violenza verbale con insulti e minacce, a veri attacchi fisici con schiaffi, pugni e spintoni, non parliamo di un sobborgo mal frequentato, ma putroppo delle corsie dei nostri ospedali che si stanno lentamente trasformando in delle vere e proprie trincee. La Federazione di Asl e ospedali, stima che siano oltre tremila i casi di aggressione l’anno, di cui solo 1.200 denunciati all’Inail spesso per timore di ritorsioni. Il sindacato degli infermieri Nursing sottolinea che i più esposti al rischio sono gli addetti al pronto soccorso con 456 casi l’ultimo anno. Medici e infermieri hanno subito 400 aggressioni in ospedale e 320 negli ambulatori.

Le Aggressioni

Le categorie più esposte al rischio aggressione sembrano essere i medici in continuità assistenzialeSi registrano 87 casi negli ultimi vent’anni tra omicidi, violenze carnali e sequestri. Ma non mancano anche le aggressioni verbali e telefoniche che, se possibile, si fanno ancora più violente quando cade la barriera del contatto umano. 

Un breve elenco di alcuni dei casi più eclatanti avvenuti nel nostro paese, può fornirci un quadro più chiaro della situazione:

  • settembre 2019, un medico legale è stato ucciso a Sanremo da un ex paziente;
  • Palese, provincia di Bari, un intero equipaggio del 118 è stato tenuto sotto scacco da un paziente armato di katana, riuscendo a sfuggire per miracolo;
  • Napoli, una dottoressa del 118 è stata aggredita, presa a schiaffi, pugni e sputi da parenti e amici di una coppia caduta dal motorino, che stava soccorrendo;
  • Palermo, una guardia giurata ha messo in fuga medici e infermieri che non lo facevano entrare nella stanza della figlia dove già c’era la madre;
  • Pellegrini di Napoli, un migrante ha ferito cinque medici, di cui uno in modo grave.

Dove sono le istituzioni

Il problema è ben noto alle istituzioni, in una nota del 15 febbraio, i senatori del Movimento 5 Stelle Rino Marinello e Maria Domenica Castellone hanno scritto:

“Fermeremo la violenza contro il personale sanitario, metteremo un freno alla paura con cui purtroppo gli operatori sono costretti oggi a fare i conti dopo l’escalation di aggressioni degli ultimi anni.
Per questo sposiamo la campagna ‘Non sono un bersaglio’ di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per denunciare le violenze contro chi presta soccorso e ci impegniamo ad approvare il prima possibile il ddl in merito che stiamo portando avanti in Commissione Sanità.
Non possiamo permettere – che episodi di violenza avvengano in luoghi di cure, dove i lavoratori si occupano di salvare vite e certo non possono veder compromessa la propria.
Stiamo portando avanti le audizioni sul disegno di legge voluto dal ministro della Salute Giulia Grillo per prevenire, monitorare e reprimere questo odioso fenomeno.
Siamo con la Croce Rossa e tutti i medici e gli operatori sanitari che devono poter svolgere il loro nobile lavoro senza paure e con il rispetto che meritano”

Imparare a difendersi

E mentre si attende una risposta efficace dalle istituzioni e l’approvazione del nuovo Disegno di Legge sulla violenza agli operatori sanitari, nascono iniziative per l’autodifesa per avere il giusto atteggiamento nei confronti delle situazioni critiche.

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