Negli ultimi anni si è diffusa la tendenza di adottare l’autosvezzamento come alternativa allo svezzamento più tradizionale. Ma di che cosa si tratta, concretamente? E quali sono le differenze tra queste due modalità?

L’autosvezzamento, o alimentazione complementare su richiesta, è un approccio che consiste nel fidarsi delle competenze e dell’istinto del bambino lasciandogli la libertà di scegliere cosa mangiare e quanto mangiare.

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Si tratta quindi di lasciare che il bambino si svezzi in autonomia durante i pasti a tavola insieme alla famiglia, scegliendo da solo quali alimenti provare e ottenendo piccoli assaggi.

Quando iniziare l’autosvezzamento

L’autosvezzamento può essere iniziato esattamente come lo svezzamento tradizionale, quindi appena il bambino ha sviluppato abbastanza l’apparato digerente per potersi approcciare agli alimenti più comuni senza alcuna difficoltà.

Tendenzialmente, a partire dai 6-7 mesi di vita è possibile introdurre e proporre l’autosvezzamento al proprio bambino, tenendo conto delle limitazioni dentali.

La filosofia dell’autosvezzamento non ha un tempo prestabilito proprio perché ascolta e segue la maturazione e le richieste istintive del piccolo. Di conseguenza, il momento ideale per introdurre l’autosvezzamento è quando il bambino inizia a mostrare un interesse sempre più forte nei confronti del cibo «degli adulti».

Ci sono tuttavia delle attenzioni da considerare: un bambino che inizia l’autosvezzamento deve avere sviluppato le capacità motorie necessarie per star seduto correttamente, per afferrare il cibo con le mani, per deglutire cibi solidi senza il timore di soffocare (perdita del riflesso di estrusione).

Consigliamo sempre di rendere partecipe il pediatra del bambino prima di intraprendere qualsiasi percorso possa influire sul suo sviluppo.

Differenza tra svezzamento normale e autosvezzamento 

Lo svezzamento tradizionale, a differenza dell’autosvezzamento, si caratterizza per avere dei tempi e delle tappe prestabilite in base all’età.

Di conseguenza, non è il bambino a cercare e a chiedere autonomamente il cibo che vede mangiare a tavola dagli altri componenti della famiglia, ma sono i genitori a proporgli di volta in volta assaggi, sapori e consistenze diverse.

È importante sottolineare che non esiste un metodo migliore e uno peggiore, l’unica cosa che conta è vivere il momento dello svezzamento in modo sereno e gioioso, con la consapevolezza di quanto sia importante questa fase per la crescita di un figlio.

Con quali cibi iniziare l’autosvezzamento

L’autosvezzamento deve sempre tenere conto delle adeguate necessità alimentari del bambino, di conseguenza gli alimenti proposti a tavola per tutta la famiglia dovranno essere in linea con delle buone e sane abitudini.

Meglio evitare, quindi, di mostrare al piccolo altri famigliare mangiare cibi fritti, eccessivamente zuccherati (merendine) e bere bevande alcoliche o gassate.

È l’occasione per dire addio ai cibi eccessivamente industriali, pieni di conservanti e coloranti, per introdurre un sano cambio di rotta alimentare rivolto alla consumazione di verdure fresche, frutta di stagione, formaggi locali, carne e pesce in quantità adeguate.

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