La pandemia di COVID ha certamente modificato profondamente le abitudini degli italiani, soprattutto per quei settori commerciali abituati alla vendita diretta e a instaurare un rapporto personale con il cliente. Certamente il mondo della ristorazione è tra quelli più colpiti da questo processo. Le lunghe chiusure imposte a bar e ristoranti hanno spinto i proprietari di queste attività ad adottare nuove forme per commercializzare i loro prodotti. 

Anche le nuove abitudini degli italiani hanno giocato il loro ruolo, come ad esempio il crescente numero di lavoratori in smart working. Le abitudini quotidiane di un lavoratore tipo, fatta di colazione, pausa pranzo e pause caffè è stata stravolta e anche le attività correlate a questa filiera sono state colpite dalle nuove routine giornaliere.

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L’accelerazione di un fenomeno che era già embrionale

Alla luce di quanto detto, appare chiaro che il settore food richiede un adeguato rinnovo delle classiche attività di vendita. Di fatto una certa metamorfosi del modo di fruire di questi servizi era già in atto: la pandemia da Covid 19 ha, per così dire, accelerato un fenomeno in crescente espansione, ovvero quello del delivery. Il fenomeno crescente ha provocato un cambio di vision anche nei ristoranti stellati, il pasto in delivery non è più una prerogativa unica delle piccole pizzerie d’asporto.

Oggi consumare piatti gourmet tra le mura domestiche è, per tanti, l’appuntamento fisso del weekend o la risorsa per festeggiare una ricorrenza speciale. Sta di fatto che la crisi nella ristorazione si è avvertita in maniera consistente ma è pur vero che ciò ha modificato, forse snellito, ma senz’altro ridefinito tutte le figure professionali che ruotano attorno a questi servizi. 

La tecnologia e la ricerca dell’eccellenza con un’attenzione al green

La tecnologia ha svolto un ruolo chiave per sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla nuova ristorazione. App, portali web, servizi di prenotazione online hanno snellito il processo, consentendo alle piccole attività di guadagnare maggiore visibilità senza dover essere conosciute solo dai vicini di quartiere.  A tal proposito sono sorte numerose startup che consegnano cibo a domicilio evitando gli sprechi e riducendo le emissioni di CO2 con la formula a KM 0.

Il fenomeno è nato nei grandi centri abitati, dove la richesta di servizi è più alta, ma sta rapidamente prendendo piede anche in città più piccole. Nel cambiamento delle abitudini culinarie del belpaese non sono trascurabili quelle che prediligono l’assoluta qualità, già caratteristica presente nel DNA di ogni italiano ma oggi, se possibile, ricercata con estrema attenzione.

Il piacere di soddisfare il palato con piatti gourmet rimane un vizio a cui l’italiano non può rinunciare.  Per questo è nata anche un’altro tipo di iniziativa, rivolta principalmente ad un target alto spendente, ovvero il servizio catering e home chef. Questo consente dunque di cambiare prospettiva e di applicare, dove possibile, una lettura laterale della questione cercando di sfruttare a proprio favore le nuove richieste del mercato per una economia rinnovata, più sostenibile e che risulti appagante sia per chi offre il servizio e sia per chi ne usufruisce.

Per poter lavorare nel settore food oggi è imprescindibile ricevere una formazione professionale in grado di consentire una maggiore capacità di gestione di queste nuove e importanti tendenze, diventa necessaria per realizzare in pieno la propria vocazione in questo campo. 

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