Delle disabilità visive si parla e si sa ancora troppo poco. Si ragiona più spesso di Autismo, di Sindrome di Down, di ritardi cognitivi, ma quando a scuola arriva un bambino cieco o ipovedente sono poche le strutture in grado di accoglierlo adeguatamente.

Se consideriamo inoltre la scuola come un luogo di integrazione, diventa ancora più complesso individuare le figure professionali capaci di mettere insieme l’apprendimento con la necessità di conoscere il mondo attraverso l’altro, di stringere legami e di socializzare con i propri coetanei.

Corso Animatore Sociale- Possibilità di Borsa di Studio
Istituto Cortivo
Prezzo da consultare
Vedi di più
Corso Operatore Multiculturale- Possibilità di Borsa di Studio
Istituto Cortivo
Prezzo da consultare
Vedi di più

Le disabilità visive necessitano quindi di una sensibilizzazione sempre più importante, a partire dalle figure che rendono la scuola un luogo d’incontro fino al mondo del lavoro.

Barriere architettoniche e barriere culturali

Uno degli ostacoli più grandi del nostro Paese riguarda prima di tutto le barriere architettoniche delle strutture pubbliche o ricettive, prime tra tutte le scuole. Non tutti gli stabili sono stati adeguatamente rinnovati per permettere anche ai bambini con disabilità visiva una fruizione degli spazi sicura e il più possibile autonoma.

Un limite, questo, che obbliga le persone cieche o ipovedenti a dipendere troppo spesso dalla loro figura di sostegno e che, di conseguenza, limita le possibilità di interazione alla pari con i propri coetanei.

È proprio attraverso l’ambiente e il corpo che i bambini con disabilità visiva possono esplorare la realtà che li circonda e sentirsi a loro agio all’interno dei luoghi che fanno parte della loro vita, insieme alle persone che li frequentano.

Preparare gli spazi all’accesso degli alunni non vedenti 

Abbiamo detto che lo spazio in cui ci si muove è fondamentale per gli alunni con disabilità visiva, che si tratti di cecità o di ipovisione il discorso non cambia.

La scuola che accoglie un alunno non vedente dovrebbe quindi prevedere un adeguamento dell’architettura che riguardi almeno la presenza di corrimano sulle scale, la rimozione di eventuali ostacoli o dislivelli nelle aree dedicate al movimento fisico e alla socializzazione, l’accesso facilitato ai bagni e lo sviluppo degli ambienti (aule, mensa, bagni, laboratori) su un unico livello.

Per facilitare l’inserimento, inoltre, è consigliato assegnare sempre la stessa postazione ai bambini non vedenti, in modo tale da semplificare l’individuazione dei percorsi sicuri fin dai primi giorni.

Il ruolo dei docenti per l’integrazione scolastica dei bambini con disabilità visiva

Anche i docenti dovrebbero essere preparati adeguatamente per accogliere nel migliore dei modi gli alunni non vedenti. Non può mancare, quindi, una relazione scritta da parte del medico curante o dello specialista di riferimento che descriva il livello funzionale visivo e motorio del bambino.

Attraverso l’ASL, infine, è possibile richiedere un Piano Educativo Individualizzato (PEI) che guidi i docenti nella progettazione delle attività quotidiane e nel raggiungimento di obiettivi a breve o a lungo termine.

Il PEI può inoltre essere integrato da un progetto di intervento tiflopedagogico. Questo tipo di intervento permette di valutare nel dettaglio tutte le azioni da compiere per favorire un inserimento sereno del bambino nel contesto scolastico.

Vuoi saperne di più sulla disabilità visiva e sull’integrazione scolastica? Frequenta i corsi d’Istituto Cortivo e diventa Assistente ai Disabili!

Corso Assistente all’Infanzia - Possibilità di Borsa di Studio
Istituto Cortivo
Prezzo da consultare
Vedi di più
Corso Assistente ai Disabili- Possibilità di Borsa di Studio
Istituto Cortivo
Prezzo da consultare
Vedi di più

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *