Nello sport, come nella vita, ci sono delle volte in cui si vince e altre, putroppo, in cui si perde. La sconfitta è sempre un momento di grande delusione e amarezza ma spesso è anche l’occasione per una pronta rinascita; uno stimolo per rialzarsi più forti di prima imparando dagli errori commessi.

L’esclusione dal prossimo Mondiale in Russia è stata, per una Paese come il nostro fatto di calciofili, incurabilmente passionali ed orgogliosi, un vero e proprio dramma sportivo e non solo. Nessun tricolore quest’estate a sventolare sui balconi del Bel Paese, nessuna Notte Magica inseguendo un gol ma solo la voglia di dimenticare al più presto questo capitolo nero dello sport italiano. E chi lo racconta adesso ai bambini di oggi?

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In questi giorni le critiche nei confronti della Nazionale si stanno sprecando, come c’era da aspettarsi, soprattutto quando in casa hai 50 milioni di allenatori nei bar, infuriati e pretenziosi davanti ad un caffé. Sul banco degli imputati soprattutto il Commissario Tecnico, Giampiero Ventura. Scelte di formazione e giocatori sbagliati? Mancanza di talento? Sfortuna? Nel calcio, più che in altri sport, a pagare è sempre l’allenatore e così sarà anche questa volta. Giusto o sbagliato che sia.

Lasciamo da parte il doloroso capitolo azzurro e cerchiamo di allargare il nostro obiettivo per analizzare quelle componenti che spesso delimitano la sottile linea tra una vittoria e una sconfitta. Al di là del talento (quello di certo non si allena), sono due le cose che uno sportivo deve allenare con caparbietà, giorno dopo giorno, per raggiungere il massimo (e oltre) delle propie potenzialità: la mente e il fisico.

Inutile sottolineare che ad esempio in uno sport come il calcio, l’aspetto fisico sia fondamentale per il raggiungimento della performance prefissata. Allenare il proprio corpo al tipo di sforzo necessario è un processo che richiede continuità, cura del dettaglio e molto sacrificio. Attenzione però a non sottovalutare l’aspetto psicologico nello sport. Un campione lo è soprattutto nella testa prima ancora che nel fisico. La componente mentale è ciò che sta alla base del successo sportivo, non inteso necessariamente come trionfo. Dalla testa tutto parte e si sviluppa. Lì si trova quella lampadina che una volta accesa può ribaltare l’esito di una prestazione. La motivazione è tutto, il resto viene di conseguenza. Serve però un equilibrio anche in questo caso, perché se è vero che è fondamentale saper gestire l’ansia da prestazione o fissarsi un obiettivo da raggiungere a tutti i costi è altrettanto vero che caricare troppo l’aspetto emotivo può portare a risultati controproducenti.

Che tu sia uno sportivo professionista, che tu voglia diventare preparatore atletico o allenatore, o che ti sia semplicemente iscritto alla maratona di New York, abbiamo quello che fa per te. Esistono infatti molti centri specializzati, tra cui PsicoSport, che offrono corsi e master di psicologia sportiva, per padroneggiare nel dettaglio tutte le tecniche di mental training e di comunicazione efficace. Al giorno d’oggi un allenatore deve essere anche uno psicologo, in grado di saper entrare nella testa dei suoi atleti per tirar fuori da loro il meglio durante una competizione. Per conferma chiedere ad Al Pacino, alias Tony D’Amato in Ogni Maledetta Domenica. Un compito non certo facile, che in alcuni casi richiede uno studio meticoloso della materia. E se il prossimo CT dell’Italia dovesse aver bisogno di approfondire queste tematiche potrà sempre consultare il nostro catalogo!

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