L’outplacement come risorsa aziendale

Make it so, centro di formazione partner di Emagister, ha incontrato per i lettori del nostro blog la dott.ssa Annadebora Morabito, esperta dei servizi di outplacement, nonché formatrice nel Master in Orientamento e Sviluppo individuale di Make it So.

Negli ultimi anni si sente spesso è volentieri parlare di Outplacement (OTP), questo termine inglese sta ad indicare il supporto alla ricollocazione professionale, si tratta di un’attività consulenziale strutturata che venne importata dagli USA verso la metà degli anni ‘80. In realtà in America era uno strumento già utilizzato con successo da diversi decenni, nacque infatti a cavallo degli anni ‘60 per rispondere ad esigenze interne alla NASA. 

Ai suoi albori si trattava principalmente di un servizio riservato a figure apicali, con il passare degli anni si è poi rimodulato adattandosi ai mutamenti che nel corso degli anni ha subito il mercato del lavoro italiano. Ha così abbandonato il suo carattere elitario e riservato ai singoli delle origini, adattandosi al ”collettivo”che lo rendono adatto anche a gruppi numerosi di lavoratori, e gradatamente destinato ad ogni tipologia di inquadramento professionale.

Successivamente a questa collettivizzazione dell’outplacement, abbiamo assistito ad una rivalutazione del one to one, le formule gruppali sebbene ancora utilizzate lasciano spazio a delle sedute con il singolo lavoratore che permettono di offrire un’esperienza più personalizzata e di specializzazione che non impatta unicamente sugli esuberi per i quali era stato inizialmente concepito.

Corium Outplacement è la divisione di HC che si occupa del tema ed è stata realtà a sè stante con il nome di ‘’Corium’’ dal 1986 sino agli inizi di quest’anno, qualificandosi tra le prime società del settore ad accogliere e utilizzare il servizio nel nostro paese. Ad oggi si tratta di un’eccellenza italiana che propone percorsi volti al futuro sempre più personalizzati, innovativi e vicini alle esigenze della persona e delle organizzazioni e al contempo alle evoluzioni anche normative del mercato. L’azienda datrice di lavoro, cui generalmente spetta l’onere economico del servizio, stipula un accordo con la società che eroga servizi di outplacement, sarà compito dell’OTP accompagnare il lavoratore in un percorso di riposizionamento professionale, affiancandolo in tutti gli step necessari.

Le azioni messe in atto dall’OTP sono mirate ad ottenere un aumento sostanziale delle possibilità di accesso alle opportunità professionali da parte del lavoratore coinvolto nel processo. Bisogna considerare che ad oggi, a causa della struttura stessa del mercato circa l’80% delle opportunità lavorative esistenti rimane per lo più nascosta e dunque inaccessibile. L’obiettivo verrà raggiunto grazie a una serie di attività di potenziamento, concentrate principalmente sull’efficacia degli strumenti di comunicazione (cv, colloquio, linkedin e personal branding), l’abbattimento di forme di disorientamento rispetto a scelte e ruoli professionali, la conoscenza di logiche e canali del mercato, forme di supporto psico-emotivo.

L’outplacement si è rivelato essere uno strumento essenziale soprattutto ai benefici del lavoratore che ne usufruisce, la possibilità di potenziare le proprie capacità grazie alla consapevolezza delle proprie capacità si traduce in maggiori chance di accesso al mercato lavorativo con un ottimo ritorno in termini di crescita professionale in ottica futura. 

Essere consapevoli in termini di progetti professionali, delle attuali logiche del mercato e di quelle del prossimo futuro significa poter ottenere maggiori occasioni e benessere per chi ne giova con ricadute positive anche sul proprio ambiente familiare e sui contesti organizzativi di accoglienza della risorsa. Naturalmente i benefici non riguardano esclusivamente il singolo lavoratore, ma coinvolgono ampiamente anche le organizzazioni che offrono questo tipo di consulenza che potranno alleggerire il carico della gestione delle risorse aziendali, preservando la reputation, la comunicazione e l’engagement interni e riducendo la possibilità di incorrere in beghe sindacali e cause. 

Sebbene l’Outplacement rappresenti ancora un servizio poco noto e sostanzialmente di nicchia, prevediamo una crescita di popolarità nei prossimi anni. L’esigenza sempre maggiore di porre attenzione alle risorse umane impiegate nella propria azienda porterà ad occasioni di maggiore divulgazione delle culture aziendali volte a potenziare le capacità dei propri lavoratori.

Il servizio non è peraltro unicamente funzionale a garantire supporto ai fini di una ricollocazione professionale, ma è indispensabile per fornire degli strumenti di cui ci si dota con ricadute positive in termini di beneficio sulla propria persona, il contesto familiare e il tessuto organizzativo. Lo definirei una sorta di corredo che offre vantaggi ad ampio spettro per la persona vista come un unicum, a partire dalle sue necessità e identità professionali e il mercato.

Naturalmente per poter usufruire al meglio di questo tipo di servizio è necessario rivolgersi a consulenti esperti e preparati che possano diventare un vero e proprio punto di riferimento che agevola il candidato verso l’autonomia, l’emersione dei propri talenti e potenziale, l’acquisizione di strumenti imprescindibili e la migliore espressione di sé finalizzate specialmente all’individuazione di nuove opportunità lavorative.

L’OTP gode di un’Associazione di riferimento – l’AISO – che nel nostro paese accoglie i principali player del mercato.  Gli ultimi dati che riportano le sue statistiche sono i seguenti: 10000 candidati seguiti all’anno dove il 32 percento sono Dirigenti, il 20 Quadri, il 38 impiegati e il 10 percento operai; i mesi medi di rientro nel mercato del lavoro per l’84% di questi sono 6.

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