Mancano pochi mesi all’inizio del World Education Forum 2015 (WEF) che quest’anno si svolgerà in Corea del Sud e, nell’attesa, l’UNESCO ha pubblicato una guida per sensibilizzare i docenti ad un’educazione di qualità. Qui le versioni in inglese (Advocacy toolkit for teachers to provide a quality education) e in spagnolo (Guía del docente para la sensibilización en favor de una educación de calidad). Si tratta di un breve opuscolo che si propone di rendere i docenti protagonista del cambiamento necessario nelle politiche educative dei vari paesi del mondo. Proposte di base che la comunità educativa potrà riproporre alle autorità competenti in ambiti educativi. Se sei vicino al mondo dell’insegnamento, questo post ti potrebbe interessare.

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La Guida parte da una serie di dati allarmanti:

  • Dei 650 milioni di studenti nel mondo nel 2014, si calcola che 250 milioni non avevano ricevuto un’educazione sufficiente.
  • Nei paesi del Sud del mondo, dopo 5-6 anni di scuola un bambino su tre non aveva ancora imparato a leggere.
  • 120 milioni di bambini nel mondo non erano andati a scuola per più di 4 anni.

Cosa propone?

Sul rapporto studenti-docenti e assunzioni di quest’ultimi:
Nel 2011, in 26 paesi si calcolavano più di 40 studenti per aula. In questo senso l’UNESCO dichiara:

  • Nel 2015 dovrebbero esserci 1,6 milioni di docenti in più nel mondo (3,3 nel 2030).
  • Si considera positivamente l’assunzione di docenti autoctoni da parte delle autorità competenti: conosceranno meglio le peculiarità del luogo e avranno un miglior rapporto con gli alunni e con le loro famiglie.
  • È fondamentale equilibrare la percentuale di docenti di sesso maschile e femminile.

Sulla formazione dei docenti:
Nell’Africa Subsahariana, in Asia Meridionale e Occidentale, i ¾ dei docenti non ha la formazione adeguata per poter insegnare. Inoltre, lo stipendio che ricevono è insufficiente e spesso non riesce a farli uscire dalla povertà più assoluta. È quindi necessario:

  • Considerare la preparazione dei docenti una priorità politica.
  • Garantire formazione continua al corpo docente: un aiuto importante per affrontare, soprattutto, i problemi degli alunni con maggiori difficoltà.
  • Implementare programmi di formazione continua per i responsabili didattici che devono supervisionare il lavoro dei docenti.
  • Stabilire strumenti di valutazione periodici, soprattutto nelle fasi iniziali dei corsi: sono momenti considerati “chiave” per individuare il livello di apprendimento degli studenti.

Sulle motivazioni dei docenti:
La motivazione del corpo docente è molto importante soprattutto nei paesi poveri, nelle aree che presentano maggiori difficoltà nel portare avanti un’attività didattica. L’UNESCO considera in maniera positiva l’incentivare il lavoro dei docenti, da parte dello Stato, attraverso la distribuzione di alloggi, trattamenti privilegiati in caso di debiti, premi e promozioni per i docenti migliori.
Una cattiva distribuzione del corpo docente per diverse ragioni (geografiche, economiche, politiche, ecc) pregiudica i bambini delle zone svantaggiate che finiscono per essere seguiti da docenti che non hanno la preparazione adeguata.
La Guida inoltre si sofferma sugli stipendi dei professori. Un maestro che ha sulle sue spalle una famiglia di quattro persone dovrebbe guadagnare come minimo 10$ al giorno. Per l’UNESCO, un corpo docente mal pagato comporta:

  • Alunni meno preparati.
  • Aumento dell’assenteismo sul lavoro, causato dalla necessità di dedicarsi a più lavori contemporaneamente.
  • Diminuzione del prestigio della professione e, di conseguenza, del livello di aspiranti al ruolo.

Consigli generali:
La relazione insiste sulla necessità di fomentare la mobilità dei professionisti dell’educazione. Per ottenerlo è necessario:

  • Raccogliere dati affidabili che evidenzino la cattiva gestione degli enti locali.
  • Incoraggiare gli studenti a unirsi alla lotta per una scuola migliore.
  • Che i genitori e gli altri membri della comunità scolastica contribuiscano alla campagna avviata da insegnanti e studenti.
  • Che i sindacati dei docenti svolgano un ruolo centrale per garantire il successo della campagna.

In che modo i docenti possono farsi sentire?

  • Attraverso i social network, che rapprensentano un buon modo per cominciare. Su Twitter già esiste un hashtag dedicato: #teachlearn.
  • Fare ricorso ai mezzi di comunicazione.
  • Fare ricorso alle ONG impegnate in temi educativi.
  • Contattare il coordinatore locale della campagna “Education for All” (EFA), promossa dall’UNESCO.
  • Sfruttare eventi formativi o campagne elettorali per sollevare la questione alle autorità competenti.

 Esempi di politiche positive:
Oltre ai problemi individuati e alle soluzioni proposte, la Guida del docente offre alcuni esempi di politiche negative e positve in vari paesi del mondo. Abbiamo selezionato qualche esempio tra i risultati positivi individuati dall’UNESCO:

  • In Finlandia il livello richiesto ai docenti per diventare tali è così alto che solo il 10% degli aspiranti ottiene il posto.
  • In Afganistan si stanno facendo grandi passi affinché almeno il 50% dei docenti sia di sesso femminile.
  • In Germania l’attenzione verso gli alunni con maggiori difficoltà è uno dei pilastri della formazione degli insegnanti.
  • Nella Repubblica del Benin, è stato avviato un programma specifico della durata di tre anni per abilitare docenti di ruolo e supplenti e equipararli agli impiegati pubblici.
  • In Corea del Sud gli insegnanti migliori sono quelli che lavorano con i ragazzi in difficoltà. Sono anche quelli che ricevono più incentivi.
  • In Cina esiste un programma che offre gratuitamente corsi per docenti a quegli studenti universitari con un buon curriculum che accettino di andare ad insegnare nelle zone rurali del paese.
  • In Canada, Lussemburgo e Nuova Zelanda, un maestro riceve uno stipendio più alto rispetto alla media di quello percepito da un lavoratore full time con studi universitari.
  • In Bolivia, grazie all’azione coordinata dei vari sindacati dei docenti, è stato inserito nella Costituzione il diritto delle popolazioni indigene di ricevere l’educazione nella loro lingua madre.
  • Nel Punjab (Pakistan) l’aumento del numero di docenti di sesso femminile ha avuto effetti positivi sul rendimento scolastico delle bambine.

Fra tutti gli esempi positivi citati nella relazione, l’Italia non è presente. Però, se vogliamo essere onesti, non compare neanche fra gli esempi negativi.

        Martí Farré Martí Farré
Barcellona, 1974. Ha lavorato come redattore, correttore di bozze, validatore, indicizzatore, cronologo, designer, assistente di edizione e molto altro all’interno del settore editoriale – per diverse case editrici come Planeta Actimedia, Ediciones B, RBA, Océano, Edicions Riama o Angle Editorial – e come giornalista culturale – e non solo – per media come Dominical de El Periódico de Catalunya, El Triangle, Més Tarragona, Jac, Scanner FM o presso l’agenzia Temas de Comunicación.Tradotto da: Elena Gordini

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