Se siete appassionati di enologia forse avrete già sentito parlare di questa curiosa pratica per favorire l’invecchiamento del vino. Dobbiamo andare in Francia dove, un’associazione di viticoltori, Les vins de Bandol, ha posato 120 bottiglie di vino rosso, bianco e rosato su un fondale del Mar Mediterraneo; un primo esperimento svolto diversi anni fa per testare i benefici che avrebbe offerto il mare a differenza del tradizionale metodo in cantina; una pratica che adesso è diventata un’eccellenza anche nel nostro Paese.

Ma a cosa si sono ispirati per questo curioso esperimento? Oltre alle anfore delle navi affondate migliaia di anni fa ha contribuito anche il ritrovamento sui fondali di bottiglie di vino risalenti alla seconda guerra mondiale il cui contenuto, perfettamente conservato, un ottimo sapore a detta degli esperti. Le bottiglie di vino sono state immerse a 40 metri di profondità e il risultati sembrano essere stati positivi: “Tutti i tipi di vino possono essere conservati sott’acqua, con effetti estremamente positivi a lungo termine”, ha affermato Philippe Faur-Brac, esperto di vini che ha vinto il titolo del miglior sommelier del mondo nel 1992. Il motivi del successo sarebbero da attribuire alla luce, scarsa in profondità marine, alla temperatura costantemente fresca, e alla pressione.

Una pratica non proprio innovativa perché già 20 anni fa, nelle acque circostanti l’isola di Noirmoutier a largo della costa atlantica della Francia, furono conservate per pochi mesi alcune bottiglie in un allevamento di ostriche, svulippando un sapore eccezionale.

Per realizzare l’esperimento l’associazione ha collaborato con una scuola di sommozzatori per maneggiare con cura il carico durante l’immersione. Le bottiglie sono state inserite in una struttura a nido d’ape, protetto da un gabbia. L’ubicazione? Quella non è stata resa nota. Allo stesso tempo, 120 esemplari della stessa qualità di vino, sono state messe ad invecchiare in cantina per poter così confrontare i risultati.

Una commissione di esperti ha effettuato una prima valutazione del processo di invecchiamento subacqueo. Da quello che è emerso, il vino avrebbe mantenuto un buon corpo, un sapore gradevole con note di frutti neri e persino cioccolato, tuttavia gli aromi secondari non avevano ancora tirato fuori il meglio. Probabile che serva un po’ più di pazienza e tempi più lunghi affinché il mare possa estrapolare il potenziale del vino. Da qui l’interesse di molti addetti ai lavori…

VINO SUBACQUEO ANCHE IN TUTTA ITALIA!

La pratica del vino sott’acqua sta diventando una vera e propria moda anche nel nostro Paese. Molte le aziende e le cantiene che decidono già da diversi anni di affidare un loro prodotto di qualità alla cura del mare. Dal Lago d’Iseo alla Sardegna, passando per la Liguria: l’utima frontiera del vino abbraccia i Merlot, Sangiovese, Albana, Cabernet fino alle più pregiate bollicine.

Il pioniere è stato Piero Lugano, titolare dell’azienda vinicola Bisson di Chiavari, che già nel 2009 posò in fondo al golfo di Portofino 6.500 bottiglie di Abissi-Riserva Marina di Portofino. Sempre in Adriatico, ma più a Nord, il vino rosso di Ornella Molon Traverso viene affinato sei mesi in barrique nella Laguna di Caorle dove diventa Lagunare Rosso, bordolese classico con uvaggio Merlot e Cabernet.

Il bianco è invece il simbolo della Sardegna. Il Vermentino Doc è protagonista nel progetto di Santa Maria La Palma che ha immerso 700 bottiglie nell’Area Marina Protetta di Capo Caccia, nei pressi di Alghero.

Alessandro Belingheri, titolare dell’Agricola Valle Camonica si è affidato al Lago d’Iseo per valorizzare il suo vino. Circa 1.500 le bottiglie immerse, esito della vendemmia 2010 e divise in tre casse, scendono a 40 metri di profondità nelle acque davanti Peschiera Maraglio. Grazie ad temperatura di 5 gradi e la pressione di 4 bar costanti le bollicine sono divenute più buone e persistenti. Il nome? Non poteva che chiamarsi Nautilus. La temperatura di 5 gradi e la pressione di 4 bar costanti avevano reso le bollicine più buone e persistenti.

Da qui è partita una produzione regolare: il vino della vendemmia resta in cantina sino al giugno successivo, per poi essere calato nell’Iseo dove si ferma un anno. Una volta riportato a galla, sosta altri sei mesi in cantina prima di essere venduto. Che siate amanti o meno del vino, il mare regala sempre forti emozioni.

Laurea triennale in Sociologia e Innovazione
Musa Formazione
Prezzo da consultare
Vedi di più
Master in Innovazione Gastronomica
EDUCA BUSINESS SCHOOL.
1.200 €
Vedi di più
, , , , ,

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *