eSports, un fenomeno in ascesa mondiale che sta stravolgendo le regole dello sport. Nessuno sforzo fisico, la competizione è tutta davanti ad un monitor ma non per questo minore. Che i videogiochi fossero da sempre una passione era cosa nota, che si convertissero in una professione vera e propria era meno prevedibile.

Dopo tutto però c’era quantomeno da sospettarlo, con internet che di fatto ha rotto ogni barriera spazio-temporale della nostra quotidianità. Si differenziano in strategia in tempo reale (RTS), battaglie multigiocatore online (MOBA), multigiocatore massivo (MMORPG), sparatorie in prima persona (Shooter) e molti altri. Si tratta di un settore che sta facendo passi da gigante, oggetto di dibattito di leader istituzionali e fulcro aggregatore di milioni di appassionati virtuali. I tornei mondiali vengono trasmessi in diretta televisiva, via straming o nelle sale cinematografiche. Li vedremo davvero alle Olimpiadi? È giusto considerarli uno sport vero e proprio? I grandi colossi intanto ne approfittano…

UN FENOMENO PLANETARIO CON NUMERI (FUTURI) DA CAPOGIRO

I dati dell’ultimo anno fatti registrare dagli eSports sono impressionanti. Il numero di spettatori nel 2017 ha toccato quota 285 milioni (850 milioni stimati entro il 2025) con la previsione di un incremento del 30% degli introiti nei prossimi anni. Basti pensare che 25 milioni di giovani si dilettano con i videogiochi solo nel nostro Paese, decimo in graduatoria mondiale (il 62% ha un’età compresa tra i 25 e i 55 anni). Il movimento delle “persone che guardano giocare ai videogiochi altre persone” ha dato vita ad un giro di affari pari a 571 milioni di euro, che secondo la banca di investimenti tedesca Berenberg raggiungerà nei prossimi dieci anni la soglia dei 16.300 milioni, ben cinque volte superiore ad un brand come la NBA. I numeri alle porte sono da capogiro.

DAI MEDIA ALL’INDUSTRIA TECNOLOGICA: UNA VERA MINIERA D’ORO

Se è vero che i numeri degli eSport sono equiparabili e spesso addirittura superiori a colossi dell’entertainment come Netflix o a canali mediatici come BBC e CNBC, la multinazionale Time Warner, proprietaria tra le altre di HBO e Warner Bros, si è fatta carico di promuovere questo tipo di eventi per la televisione statunitense, in particolare con la creazione della Eleague, una tappa del circuito mondiale online tra le più prestigiose del palinsesto che si disputa ogni due anni ad Atlanta. Il colosso Alibaba, che considera questo un investimento a medio e lungo termine, ha finanziato in larga parte l’organizzazione della seconda edizione dei Giochi Mondiali di eSports (WESG), che hanno visto la partecipazione di 63mila giocatori provenienti da 125 paesi differenti, per un montepremi totale di 4,4 milioni di euro. Di conseguenza questo movimento sta impattando anche nel settore tecnologico e dello sviluppo di hardware. Con una maggiore professionalizzazione dell’universo videoludico gli strumenti del mestiere stanno diventando sempre più sofisticati e costosi. Gli introiti derivati dal settore, per le maggiori case di produzione come Nvidia, sono duplicati negli ultimi tre anni. Una forte impennata si riscontra anche nel campo della telefonia, dove gestori come Movistar hanno siglato accordi commerciali per la trasmissione degli eventi sulle proprie piattafome digitali e in quello delle scommesse, in cui gli eSports si sono prepotentemente affermati come la novità più significativa e stimolante del betting.

TUTTO PRONTO PER I CINQUE CERCHI?

Al momento il mercato più forte è quello asiatico con più del 50% dei giocatori, seguito da quello nordmericano. La sua enorme popolarità ha fato sì che si aprisse ufficialmente il dibattito per inserirlo come disciplina Olimpica, suscitando grandi polemiche. Se da una parte il CIO che reputa tale uno sport affinché “non violi i valori olimpici”, dall’altra considera gli eSports il vero e proprio sport del futuro. Di contro i tradizionalisti, che faticano a considerarlo uno sport a tutti gli effetti, in mancanza anche di organismi internazionali che disciplinano l’attività agonistica. Tuttavia la strada verso i Cinque Cerchi pare già spianata tant’è che il famoso gioco StarCraft 2 è già stato protagonista del torneo IEM PyeongChang Masters tenutosi in concomitanza con le Olimpiadi invernali sudcoreane appena concluse, dove i giocatori si sono dati battaglia per un prize pool di 150.000 dollari. In attesa di una decisione che potrebbe marcare un solco nella vera e propria concezione dello sport, gli eSport sono ufficialmente stati inseriti nei Giochi Asiatici del 2022 che si terranno in Cina, preludio forse di un nuovo capitolo di storia. Il futuro dello sport è davvero online?

 

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