L’ossessione di Stanley Kubrick per l’Interior Design

Il binomio cinema e design è senza dubbio un’accoppiata vincente. La perfetta riuscita estetica di una scena spesso dipende proprio dalla cura degli interni nella quale si svolge. Che sia avanguardistica o ispirata ai fasti del passato, non c’è casa nel cinema che non venga sottoposta ad un’accurata ispezione da parte di interior designer professionisti che lavorano a stretto contatto con il regista e il direttore di fotografia per ottenere l’atmosfera richiesta dall’artista.

L’esempio più eclatante di questa accoppiata cinefila è senza dubbio Stanley Kubrick, uno tra i più grandi registi americani del secolo scorso, appassionato di arredamento design che ha reso le sue pellicole vere e proprie vetrine per famosi designer.

Come non pensare alle immagini futuristiche dello psichedelico ritrovo dei Drughi in Arancia Meccanica, il Korova Milkbar, o all’abitazione apparentemente priva di gusto della famiglia di Alex, capo dei Drughi. L’appartamento di una famiglia della piccola borghesia britannica che sfoggia vistose trapunte a scacchi e moquette polverose. Ognuno di questi dettagli è stato curato con minuzia da esperti arredatori per poter dare allo spettatore un effetto di finta mediocrità e ordinarietà.

Ma ci sono stati anche casi in cui i pezzi di arredamento utilizzati da Kubrick nelle sue scenografie sono entrati a pieno diritto tra i pezzi d’arte più ambiti dai musei di design di tutto il mondo. È il caso dei tappeti esagonali dell’Overlook Hotel di Shinig che furono disegnati per l’occasione da David Hick, ma soprattutto della famosa Poltrona Djinn di Olivier Mourgue progettata per 2001 Odissea nello Spazio.

L’ossessione del cineasta per l’interior design trova però massima espressione nell’arredamento dei bagni, dove ambienta alcune tra le scene chiave di tutti i suoi film. Il bagno per Kubrick diviene un vero e proprio ambiente simbolico che ci aiuta a conoscere meglio i personaggi, ci svela il loro lato più profondo e intimo. Vediamo insieme i 10 bagni più belli dei film di Stanley Kubrick.

L’eleganza raffinata di Eyes Wide Shut

Eyes Wide Shut (1999)

Le ambientazioni del capolavoro con Nicole Kidman e Tom Cruise lasciano spesso lo spettatore a bocca aperta, in questo viaggio nel mondo del lusso e della perversione veniamo guidati all’interno di dimore storiche dall innegabile gusto lussuoso.

Stucchi dorati, legni scuri e toni petrolio e addirittura un caminetto caratterizzano la stanza da bagno dal lusso inverosimile dove il Dr. Harford salverà la vita della ragazza in overdose. Non è l’unico bagno ad apparire in questo film, una delle scene iniziali vede infatti Cruise e la Kidman condividere il bagno attiguo alla loro stanza da letto in una intimità che presto si rivelerà ingannevole.

L’eclettica personalità di Shining

Shining (1980)

L’Overlook Hotel dove si svolgono le vicende di Jack Torrance (Jack Nicholson) è un intricato labirinto fatto di enormi corridoi, stanze enigmatiche e spazi geometricamente organizzati. Il dedalo di saloni, ascensori e stanze che si susseguono sembrano essere organizzati in modo strano e confuso, quasi fossero simbolo della mente contorta dello psicotico protagonista. 

I bagni di Shining non sono da meno al resto delle ambientazioni: il surreale bagno della hall di un vivace rosso fuoco che preannuncia l’epilogo della vicenda e il verde asettico della vasca da bagno della Stanza 237, dove troviamo una donna giovane e affascinante… anche se non per molto.

In questo film il ruolo del colore è centrale, in quanto il colore della mobilia delle varie stanze assume i toni relazionati con il susseguirsi di emozioni nella mente del protagonista.

Il delicato mistero di 2001 Odissea nello Spazio

2001 Odissea nello Spazio (1968)

2001 Odissea nello Spazio è probabilmente uno dei pochi film dove il rischio spoiler è quasi inesistente. Il capolavoro futuristico di Kubrick si presta a innumerevoli interpretazioni e il suo poliedrico significato ben si riflette nelle meravigliose scenografie permeate del più avvenieristico design degli anni ‘60.

Abbiamo già citato la meravigliosa Poltrona Djinn di Olivier Mourgue, progettata appositamente per il film e divenuta uno dei pezzi di arredo cult dell’ultimo secolo. Ma come poteva concludersi un film tanto enigmatico se non con uno splendido bagno?!  Sta di fatto che nella casa in stile imprevedibilmente classico che attende l’astronauta Dave Bowman “oltre l’infinito” c’è una stanza da bagno linda e azzurrina, terribilmente in ordine: l’avrà mai usata qualcuno? Al bagno viene regalata una lunga, generosa e silenziosa inquadratura, il cui senso finale è permettere all’Ulisse del cosmo di specchiarsi e scoprirsi invecchiato rispetto a quando ha avuto un’animata discussione con il computer HAL 9000.

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