Batticuore, voce tremolante, ansia generalizzata, chi non ha mai provato queste sensazioni prima di una presentazione di fronte ai colleghi o di un evento in cui si è chiamati a esporre? Parlare di fronte a una platea o salire sul palco si sa, è qualcosa che causa  disagio in molti, in differente misura, ma non sempre ci si ferma a pensare a cosa è legata questa alterazione del nostro stato emotivo che a volte può trasformarsi quasi in una fobia.

Oggi chi desidera superare questa paura o semplicemente migliorare le sue “performance” può contare su differenti strumenti e approcci, e una vera e propria letteratura attorno alla disciplina ormai nota come Pubblic Speaking. Noi di emagister abbiamo scelto di parlare con Enrico Caruso, psicologo, psicoterapeuta e psicopedagogo e direttore di Equipe Logodinamica, centro specializzato in disturbi del linguaggio. Insieme al dottor Caruso abbiamo parlato delle radici di questa paura diffusa e di alcuni consigli per affrontare il fatidico momento che prima o poi arriva per tutti.

Perché abbiamo la tendenza ad aver paura di parlare in pubblico?

La paura di parlare in pubblico, colpisce la maggioranza della popolazione. Secondo stime americane, tale angoscia riguarda circa il 60% della popolazione. Una stima che potrebbe essere estesa anche ai paesi europei e all’Italia.

Dobbiamo però distinguere tra paura di parlare in pubblico, e angoscia della platea.

La differenza è abissale: molti hanno paura di parlare in pubblico, ma quando la paura diventa invalidante trasformandosi in angoscia, la persona nell’affrontare la platea potrebbe presentare blocchi del linguaggio, apnee, confusione mentale, voce tremolante o addirittura il completo silenzio.

Al contrario vi sono soggetti che non presentano nessuna paura di parlare in pubblico, per questi il problema non si pone. Questi soggetti, in virtù  di una “sfacciataggine acquisita” sono capaci di poter vendere qualsiasi cosa; sono in altre parole quei soggetti che ad esempio abbiamo conosciuto sui banchi di scuola, i quali senza alcuna preparazione erano capaci di prendere dei bei voti.

Diciamo pure che parlare in pubblico è un “lavoro” che si apprende sin dall’infanzia, ma è anche vero che è possibile esercitare questa capacità da adulti, e riuscire a migliorare.

Per parlare in pubblico la persona deve sentirsi “equipaggiata”, sia in chiave emotiva, quanto sul piano delle competenze.

Quali sono le cause della paura di parlare in pubblico?

La cause solitamente si annidano nella struttura psicologica del soggetto, nell’insufficiente autostima, ma anche nel mancato esercizio a comunicare. La persona che ha paura di parlare in pubblico, oltre a temere il giudizio altrui, teme il suo stesso giudizio. Questa ipercriticità non solo aumenta la paura della platee, ma tende anche a rendere difficili i rapporti sociali.

Può un percorso di formazione (laboratorio, corso…) aiutarci a superar questo blocco? Come si interviene?

Il nostro laboratorio permette alla persona di mettersi in gioco, ma prima di farlo ogni utente sarà preparato con tecniche ad hoc, dove l’obiettivo principale sarà il dominio del palcoscenico. La persona supera il blocco ritrovando la sua voce, imparando a gestire le emozioni e gli sguardi degli astanti.

La comunicazione di necessità cambia sempre in base al target della platea, e la persona deve gestire qualsiasi forma di criticità, incluso eventuali “attacchi” del pubblico. Sul palcoscenico bisogna imparare a raccogliere sia “fiori”, quanto “pomodori”.

Può fornire qualche consiglio da dare ai lettori per combattere l’ansia anticipatoria e di aiuto per la fase in cui si prepara il discorso e l’esposizione.

Nell’ansia anticipatoria, in chiave “immaginativa”, la persona è come se fosse già sul palco, e questa fase purtroppo influenzerà il risultato del public speaking.

In questa fase:

  1. Bisogna pensare positivamente, cercando di affrontare la paura con pensieri motivazionali ed incoraggianti.
  2. In secondo luogo bisogna essere ben preparati sui contenuti che si esporranno. In questa prima fase si sconsiglia di andare “braccio”, ossia senza una reale preparazione.
  3. Prima di affrontare il palcoscenico, l’ansia tenderà ad alterare i parametri psicosomatici: respiro affaticato, sudorazione, battito del cuore accelerato ecc. Per allentare la tensione si consiglia di ricorrere ad una respirazione profonda e diaframmatica. Ossia occorre inspirare col naso, gonfiare l’addome, e lentamente espirare buttando l’aria dalla bocca. Così facendo il diaframma tenderà a rilassarsi, il cuore ritornerà a battere in modo normale, e anche il respiro si normalizzerà.
  4. Infine, prima di affrontare la situazione bisogna “monitorare” il corpo. Questo deve essere disteso, soprattutto la zona dell’addome, le gambe, e la mandibola.

Come gestire momenti in cui siamo già “sul palco” ?

Sul palco non bisogna recitare nessun copione, ogni persona deve interpretare se stessa e parlare col suo Vero-Sé. Personalmente, sono contrario ai quei tipi d’addottrinamento per il public speaking che vogliono plasmare la persona secondo canoni sempre più in disuso. La persona sul palco deve presentarsi con le sue modalità verbali, facendo le proprie pause, usando le proprie movenze, con intercalari che gli appartengono.

Salendo sul palco:

  1. Bisogna “monitorare” tutta la platea, dagli astanti più vicini a quelli più lontani. Guardare la platea è molto importante, in quanto questa offre il feedback su come sta andando la propria performance.
  2. Bisogna sempre monitorare il corpo, e fare in modo che questo non vada in tensione. Ogni tanto occorre fermarsi, respirare in modo profondo per prevenire l’ansia, e poi procedere. Non abbiate paura di far delle pause.
  3. Il ritmo del linguaggio non deve esser monotono: sulle parti più importanti giocate con la voce, andando rimarcare i punti di forza del proprio “speech”.
  4. Ricordatevi che sul palcoscenico non bisogna mai convincere nessuno, ma bisogna CON-vincere, ossia vincere assieme.

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  1. Mauro galluccio
    Mauro galluccio dice:

    Sono d’accordo più o meno su tutto,non tutti sono animali da palcoscenico, ma quando si è se stessi e si vuole dire quello che si pensa sappiate che il pubblico paga le grandi verità e vola con voi

    Rispondi

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